Nordauto Montebelluna premiata con il premio Ichiban, è la miglior grande concessionaria Toyota in Italia

La Nordauto di Montebelluna dei fratelli Tazio ed Emanuele Mazzocato si è aggiudicata per la sesta volta il premio Ichiban, assegnato dalla casa automobilistica Toyota ai migliori concessionari auto europei.

Un premio che premia più la qualità del servizio ai clienti che il fatturato e che viene dato ai migliori concessionari di ciascun stato europeo, uno per ogni fascia di grandezza, grande, media e piccola. Nordauto risulta dunque, nella fascia dei grandi concessionari Toyota, la migliore in Italia (tra le medie la premiata è stata la Carini di Udine e tra le piccole la Corvi di Genzano, in provincia di Roma).

Il premio Ichiban (dal giapponese ‘numero uno’) è stato istituito nel 2007, anche quest’anno, causa emergenza coronavirus, la cerimonia per l’assegnazione del premio Toyota Ichiban 2021 si svolgerà il 10 giugno in modalità virtuale, tramite video conferenza.

Oltre 2.500 i concessionari europei Toyota che si sono contesi il titolo, per rientrare tra i vincitori a cui il premio Ichiban viene consegnato ogni anno.

Solo 44 Concessionari provenienti da 32 paesi europei sono stati premiati e hanno ricevuto il trofeo e la lettera di congratulazioni da parte di Matt Harrison, presidente e ceo di Toyota Motor Europe per aver dimostrato un approccio unico e un’attitudine orientata al principio del ‘Il Cliente prima di tutto’.

Tutto nasce con papà Fiorino (Rino) Mazzocato, mancato nel 2008, negli anni Ottanta, quando aprì, poco distante dai Pilastroni, un’officina meccanica con rivendita di automobili. Prima era stato a Ottawa, nello stato canadese del Quebec, dove sono nati entrambi i suoi figli, Tazio nel 1961 e Juan Emanuele nel 1962.

Due nomi che segnavano un po’ il destino dei due fratelli, dati dal padre grande appassionato di motori e tifoso di Tazio Nuvolari e Juan Manuel Fangio.

In Canada papà Rino aveva trovato lavora dapprima in un’officina, poi aveva rilevato un distributore di benzina con officina a Ottawa. Tornato in Italia rileva un’officina a Cittadella, ma presto riesce a tornare nella sua città natale, Montebelluna.

Nel 1999 inizia la collaborazione con la Toyota e dal 2000 in avanti saranno esclusivamente i due fratelli, uno ragioniere l’altro geometra, a occuparsi dell’attività. “La collaborazione con Toyota – spiega Emanuel Mazzocato – dura ormai da 21 anni. In precedenza eravamo concessionari multimarca Lancia, Peugeot e Innocenti. Poi, nel 1980, diventiamo concessionari Alfa Romeo Nordauto. E’ l’inizio di una storia che ha visto coinvolti noi due fratelli”.

Fino a prima il papà e la mamma (morta prematuramente nel 1992) il fulcro dell’azienda. La vera svolta avviene quando i due fratelli decidono di lasciare l’Alfa e di abbracciare il progetto del nipote del fondatore della Toyota che fin da subito ha improntato la sua strategia sul mettere al centro della strategia commerciale la soddisfazione del cliente.

“Abbiamo creduto in questo brand – precisa Emanuele Mazzocato – e abbiamo vissuto insieme 15 straordinari anni di crescita con Toyota”.

L’acquisizione del concessionario Bianco di Treviso ha portato poi Nordauto ad assumere tra il 2016 e il 2020 le attuali dimensioni, con 5 filiali e 125 dipendenti, raddoppiando il mercato e il fatturato e acquisendo, fin dal 2014, anche il marchio Kia (oggi concessionari a Montebelluna, Castelfranco e alta Padovana).

Nordauto si è ulteriormente ampliato portandosi a casa anche un “marchio premium”, diventando esclusivista Lexus a Treviso, Belluno e di una parte della provincia di Padova.

“E’ innegabile che per noi il premio Ichiban sia un grande onore e soddisfazione – conclude Mazzocato -, proprio per la sua natura e perché va a riconoscere gli sforzi che in tutti questi anni abbiamo fatto per garantire un servizio che dia soddisfazione al cliente. Il futuro dell’auto è certamente l’elettrico, anche se al momento non è ancora perfettamente decollato. Già 19 anni fa abbiamo consegnato la prima Prius e quando Toyota, 5 anni fa, ci ha comunicato che non avrebbe più prodotto motori a diesel non nego che un po’ ci siamo preoccupati. Ma quando poco dopo gli stessi clienti hanno iniziato a chiederci l’ibrido abbiamo capito che ce l’avremmo fatta e che avevamo intrapreso la strada giusta”.

(Foto: Nordauto).
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