Il primo cittadino di Montebelluna, Elzo Severin, si è già sottoposto al richiamo del vaccino anti-Covid 19, alle Opere Pie di Onigo, Pederobba.
“Alla prima vaccinazione – spiega il sindaco e medico Severin – mi ero sottoposto all’Epifania, mercoledì scorso il richiamo. Sono part-time a Pederobba e mi occupo di gravi disabilità, sono stato tra i primi a vaccinarmi e successivamente ho somministrato io stesso i vaccini ad altri operatori e ospiti”.
“Ho già dato la mia disponibilità per somministrare le dosi quando inizierà la vaccinazione di massa, con ogni probabilità al Centro frazionale di Busta. – sottolinea – I medici dell’Ulss non potranno essere sufficienti per soddisfare la forte richiesta. Operando in questa struttura siamo anche obbligati a effettuare due tamponi la settimana. Infatti, nonostante il vaccino (e quello di Pfeizer garantisce immunità nel 90% dei casi), non è escluso che anche in chi è vaccinato il virus sia presente nell’apparato respiratorio, quindi potenziale portatore di contagio”.
Severin non ha osservato effetti collaterali o disturbi particolari: “Non ho avuto alcun disturbo – sottolinea Severin -, soltanto un lieve dolore nel punto in cui mi è stato fatto, per un paio di giorni. Nella struttura siamo in 500, di cui 250 operatori a vario livello, e tutti sono stati vaccinati. In pochi hanno riscontrato qualche linea di febbre, sparita in brevissimo tempo. Per motivi professionali mi vaccino da 40 anni, non esiste alcuna differenza con le normali vaccinazioni anti-influenzali“.
“Non bisogna pensare, tutta – conclude Severin -, che con il vaccino si possa abbassare la guardia. Di questo virus non si conosce ancora tutto. Per il motivo detto precedentemente, e non solo, occorre continuare a utilizzare sempre e correttamente i dispositivi di protezione quali le mascherine”.
Anche altri montebellunesi, per motivi professionali, sono stati già sottoposti al vaccino. E’ il caso di Rudy Basso, igienista dentale di Montebelluna, che oggi, di proprio questa mattina, si è recato all’ospedale Cà Foncello di Treviso: “Non era obbligatorio, l’ho fatto per scelta etica – dice Rudy -. Credo sia doveroso per chi, come me, opera in ambito sanitario, dare il buon esempio”.
“E’ palese – precisa – che se si vuole uscire da questa emergenza in tempi celeri questa sia la strada da percorrere. L’ho fatto principalmente per la mia famiglia, i miei pazienti e per rispetto nei confronti del prossimo, soprattutto di chi è più cagionevole di salute e debole e che in caso di contagio potrebbe anche rischiare la vita. Anche sul lavoro ho sempre rispettato rigorosamente le normative facendo capire alle persone che venivano in studio si ritrovavano in un posto sicuro. Ho effettuato vari tamponi periodici, pur non essendo costretto a farlo e fortunatamente non ho mai contratto il virus”.
“Tutti noi – conclude Rudy Basso, conosciuto a Montebelluna anche come organizzatore di appuntamenti mondani di successo -, possiamo fornire il nostro contributo vaccinandoci per tornare presto alla normalità, alleggerendo così la pressione sugli ospedali, favorendo una ripartenza dell’economia che vede molti settori in profonda crisi”.