Rosa Poloni, la “pasionaria” di Montebelluna con i 5 Stelle: “Felice dell’esperienza nonostante il risultato”

Il Movimento 5 Stelle, in Veneto, ha raggranellato appena il 2,7% dei voti, non riuscendo a conquistare neppure un seggio. Rosa Poloni (nella foto al momento del voto al suo seggio nell’ex Primo Levi), 62 anni in pensione, nata e cresciuta a Montebelluna, era tra i candidati al Consiglio regionale nella provincia di Treviso.

Con 148 preferenze si è posizionata al quarto posto tra i più votati del Movimento. Una tornata elettorale che ha fortemente penalizzato i pentastellati ma che per la “pasionaria” montebellunese è stato un momento della sua vita fortemente emotivo: “Sono stata felicissima di questa esperienza – dice -, non mi sento affatto demoralizzata dal risultato, non demordo e anzi proseguirò con ancora più grinta di prima nelle mie battaglie. Ho incontrato più ministri in questi ultimi 15 giorni di questa strana campagna elettorale che in tutta la mia vita”.

Rosa Poloni, divorziata con due figlie e in attesa di diventare nonna, ha lavorato per 20 anni nel settore del commercio e per altri 20 come dipendente del Comune di Trevignano. È diventata anche noto personaggio partecipando come ospite in programmi di approfondimento sulle reti televisive locali e anche nazionali.

Cinque anni fa ha fondato anche il “Movimento dei 41”, per combattere la Legge Fornero. In quella occasione restituì la tessera della Cgil, dopo due decenni di militanza sindacale: “Continuerò a battermi per il diritto e la dignità del lavoro. Nella sola regione Veneto ancora oggi muoiono un centinaio di persone sul posto di lavoro”.

Un’esperienza, quella della candidatura in Regione, che Rosa Poloni non potrà mai dimenticare: “Ringrazio chi ha creduto in me (pochi) – ha scritto sulla sua seguitissima pagina facebook -. È stato un bellissimo giro di giostra, ho parlato di lavoro, di pensioni, di morti sul lavoro con ministri, senatori e componenti di commissioni parlamentari. Ho potuto partecipare per mesi a formazione quasi sempre online, ho scaricato piattaforme virtuali, partecipato a gruppi di lavoro”.

Credo di aver imparato molto – prosegue Rosa Poloni -, anche di essere riuscita a collaborare con gli altri candidati di Treviso diventando squadra collaborativa. Molti non hanno capito, sono iscritta a Rousseau e da quella piattaforma sono stata votata, dai militanti, non da un capopartito che mi ha inserito nel listino, perché gli stavo a genio. È stata un bel periodo lunghissimo, particolare, un periodo strano per una campagna elettorale, non si sono potuti fare assembramenti ed è mancato lo spirito energico di partecipazione”.

Ma c’è anche stata qualche pagina un po’ dolorosa: “Ho un solo rammarico e delusione – spiega Rosa Poloni -: mi sono state rivolte troppe accuse da chi, miei compagni di viaggio nel chiedere i diritti che la Fornero e non solo ci ha tolto, mi ha accusato, seduto comodo nel divano di casa, di fare carriera politica usando i lavoratori precoci. Ho ricevuto denigrazioni e insulti, non da chi si mette in gioco anche da altre parti politiche ben venga il confronto purché restino visibili i problemii ma da chi mi invidia seduto inerte a casa. È la politica, che ci fa diventare avversari invece che comunità che si confronta. Io non ci sto”.

(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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