Su oltre 200 terapie intensive del territorio nazionale quella di Montebelluna risulta essere tra le prime dieci secondo l’analisi dell’Istituto Mario Negri di Milano.
I reparti di anestesia e rianimazione di Montebelluna fanno parte di un network di terapie intensive coordinato dall’Istituto Mario Negri di Milano. I dati dell’attività del reparto vengono, ogni anno, analizzati dai medici, statistici ed epidemiologi dell’Istituto Mario Negri e vengono restituiti ai reparti oggetto di studio ai fini di migliorare la qualità dell’assistenza medica e infermieristica.
Nel 2019 la rianimazione di Montebelluna ha accolto 278 pazienti, il 40% dai reparti chirurgici, prevalentemente dopo interventi d’urgenza; un terzo dei pazienti provenivano invece dal Pronto soccorso mentre i restanti dai reparti medici.
In un’ottica di attività di rete fra gli ospedali, frequenti anche i trasferimenti dall’ospedale Hub di Treviso (28 pazienti). L’età media dei ricoverati è stata di 67 anni con una degenza media di 5 giorni.
Confrontando i dati con le oltre 200 terapie intensive in Italia che partecipano al progetto, considerando la performance di ‘vite salvate’, il reparto si è classificato tra i primi 10 del territorio nazionale, decimo per l’esattezza. La mortalità è infatti dell’11%, rispetto al 17% della media nazionale.
“Il rigoroso e imparziale confronto con le altre realtà è un potentissimo strumento per innescare un processo di miglioramento continuo in un’organizzazione complessa, come è quella di un presidio ospedaliero e nel particolare di un reparto di rianimazione – sottolinea Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 Marca trevigiana – Abbiamo la fortuna che nei presidi ospedalieri della nostra Azienda abbiamo reparti di rianimazione di alta professionalità ed è per questo che voglio ringraziare tutti gli operatori sanitari, di ogni ruolo, che vi lavorano con impegno ed estrema dedizione”.
(Fonte: Ulss2 Marca Trevigiana).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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