Si terrà domattina, mercoledì 27 maggio, alle 11 in Duomo a Montebelluna il funerale di Carlo Durante. L’ultimo saluto al campione paralimpico montebellunese, inizialmente previsto nella chiesa di Guarda, sarà dato nella chiesa maggiore di Montebelluna per poter accogliere il maggior numero di persone.
Carlo Durante, nato 73 anni fa a Volpago del Montello ma residente a Montebelluna in località Guarda da una trentina d’anni, fin da giovanissimo un grande appassionato di sport.
Un uomo che a 60 anni, ipovedente, era ancora in grado di correre la maratona in poco più di 3 ore. Aveva iniziato a lavorare come ragioniere del negozio d’abbigliamento Tirindelli di Montebelluna, poi era stato assunto al centralino della Cassa di Risparmio della Marca Trevigiana ma aveva scoperto molto presto di essere affetto da retinite pigmentosa, patologia degenerativa che porta inesorabilmente alla cecità.
Ultimamente gli era stata riscontrata un’occlusione aortica e avrebbe dovuto sottoporsi a un controllo a marzo, controllo rinviato a causa dell’emergenza sanitaria. Domenica scorsa il suo cuore ha cessato di battere mentre era in tandem con un amico, a Nervesa, su quel Montello che tanto amava e su cui aveva preparato le sue grande imprese sportive.
Ipovedente, per lui il decorso della malattia è stato più lento del normale e, in ogni caso, con grande forza d’animo non gli ha impedito di proseguire nel praticare la sua grande passione, la corsa.
Una passione che lo ha portato a raggiungere il più alto traguardo sportivo, la medaglia d’oro alle paralimpiadi di Barcellona nel 1992, argento ad Atlanta nel 1996 e bronzo a Sidney nel 2000.
Oltre 70 le maratone a cui ha partecipato, titoli europei e per 14 anni campione italiano di tutte le categorie del fondo. Una carriera sportiva che gli sono valse diverse Medaglie d’Oro al merito sportivo (argento e bronzo), il Leone d’argento del Coni Regionale Veneto e il Collare d’oro al merito sportivo nel 2015.
Carlo Durante è detentore del record mondiale della sua categoria stabilito alla maratona di Venezia nel 1995, con il tempo di 2h29’49.
Gli “occhi” di Carlo, in questi anni di gloriose vittorie e di tantissimo allenamento, sono state una decina di guide. Tra queste Giulio Andolfato, insegnante di italiano e storia all’Einaudi di Montebelluna, uno degli ultimi amici e compagni di corsa che hanno visto in vita l’eccezionale atleta montebellunese: “Sono andato a correre con lui mercoledì scorso, come ogni mercoledì, – racconta Andolfato -, abbiamo fatto il giro di Capodimonte sul Montelletto. La notizia della sua scomparsa è stata un colpo al cuore. Incontrai Carlo nel 1996, era appena tornato dall’olimpiade di Atlanta. Ricordo che era seccato per il secondo posto e mi disse che con un’altra strategia di corsa avrebbe sicuramente vinto. Scambiammo due parole e mi chiese il numero di telefono, senza appuntarselo, dopo qualche settimana mi chiamò e mi chiese se volessi fargli da guida nelle corse”.
“Con lui – prosegue Andolfato – ho partecipato ai campionati europei su strada che si sono svolti a Verona e a diverse maratone, tra cui Venezia, Milano, Treviso, Firenze, Carpi e Padova. Era una persona davvero straordinaria, faceva subito amicizia con tutti, affabile ed empatico. Aveva anche un’eccezionale dote di adattabilità, a qualsiasi situazione. Abbiamo percorso davvero tantissimi chilometri insieme, legati al polso con un cordino. Era spesso sufficiente un piccolo movimento del polso per intendersi”.
Carlo Durante lascia la moglie Roberta Loredana e le figlie Chiara e Daniela, la sua salma sarà tumulata nel cimitero di Biadene.
(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Giulio Andolfato).
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