Domenica 25 aprile alcuni dei luoghi-simbolo della città di Montebelluna come Villa Pisani e il suo Memoriale Veneto della Grande Guerra (MeVe), ma anche il Cinema Italia Eden, sono diventati la cornice del nuovo cortometraggio dei registi Alessandro Andolfato (di Montebelluna) e Mattia Bello (originario di Valdobbiadene), già vincitori nel 2020 del “Premio Vincenzo Crocitti International” come registi emergenti.
“Luce”, questo il titolo dell’opera, è frutto di una felice collaborazione tra i due che dura dal 2018 ed è dedicata alla città di Montebelluna e a tutti gli artisti e le associazioni dello spettacolo che stanno attraversando un periodo molto complicato.
Il protagonista del corto è Filippo Zardo, 12enne di San Vito di Altivole, alla sua prima esperienza nel mondo del cinema.
Il ragazzo frequenta gli Istituti Paritari Filippin e da 4 anni recita a teatro, seguito dall’attrice montebellunese Rossana Mantese che si è formata all’Accademia Teatrale Veneta e che vanta già una serie di esperienze in Francia, Spagna e Russia.
La colonna sonora è invece prodotta dalla pianista e compositrice veronese Giorgia Canton. Con loro anche il fotografo Ivan Sartoretto, le truccatrici Cristina Bufacchi e Nadia Tonon (entrambe di Conegliano), il produttore musicale Antonio Petronelli, il batterista Filippo Parisotto, il cantautore Alessandro Dall’Acqua, la pittrice Valentina Pizzolon e gli attori Samuele Busolin, Anna Provedel e Davide Caprioli.
“L’opera parla di ripartenza, ma non solo. Non vogliamo che artisti, associazioni e piccole realtà legate al mondo dell’arte e della cultura tornino nel dimenticatoio una volta che tutto questo sarà finito”, afferma Andolfato.
Quando gli viene chiesto un pensiero sul ruolo della cultura nel prossimo futuro, invece dice: “C’è bisogno di tanto lavoro, a partire dalle scuole, dai laboratori teatrali, dalle accademie di danza. C’è bisogno di dare ai giovani la possibilità di esprimersi a 360 gradi, senza vincoli. L’arte deve diventare l’espressione della personalità”.
Sull’arte come professione, il 30enne regista attribuisce una grande responsabilità allo Stato e alle istituzioni che troppo spesso finiscono per considerarla solo una passione di cui è difficile vivere. “In Italia – dice – ci si limita ad una formazione accademica, ma concretamente le opportunità sono poche. All’estero la situazione sembra essere migliore”.
Oggigiorno il cinema “tradizionale” ed il teatro devono poi far fronte ad un’ulteriore minaccia: quella del digitale. “Con l’avvento del digitale e di nuove piattaforme di streaming – sottolinea Andolfato -, il cinema e il fascino della sala stanno perdendo il loro appeal. I grandi nomi sembrano monopolizzare la scena e le possibilità per i nuovi emergenti sono limitate, anche a livello economico”.
Infine, interpellato sulla nuova legge firmata dal ministro Dario Franceschini lo scorso 5 aprile che tecnicamente abolisce definitivamente la censura nei film, Andolfato è convinto che si tratti di un piccolo step, più formale che sostanziale.
Nonostante tutto ciò che viene detto, la censura c’è e continua ad esistere, in Italia come all’estero.
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