Si è svolto venerdì 28 febbraio, presso la biblioteca comunale di Montebelluna, l’incontro “Conosci l’autismo?”, un evento che ha visto un’ampia partecipazione di cittadini, famiglie ed esperti del settore.
Promosso dal Comune in collaborazione con Ulss 2, l’associazione socio-culturale ApertaMente e il Sistema Servizi Disabilità, l’iniziativa ha rappresentato un’importante occasione di confronto e sensibilizzazione sul tema dell’autismo.
La conferenza ha visto nel ruolo di moderatore la prof.ssa Gianna Galzignato, che prima di cedere la parola ha sottolineato l’importanza di conoscere e comprendere l’autismo per favorire una società più inclusiva:
“L’autismo riguarda da vicino molte persone e molte famiglie. Il nostro scopo è quello di coinvolgere e di farci coinvolgere, di conoscere e di essere consapevoli di ciò che significa vivere questa esperienza. La comunità può incidere significativamente nella vita delle persone con autismo e delle loro famiglie, attraverso le istituzioni ma anche nella quotidianità, con quello che mi piace definire ‘essere prossimo’”.
A ribadire l’attenzione istituzionale sul tema è intervenuto l’assessore del Comune di Montebelluna Severin Elzio (presenti in platea anche gli assessori Maria Bortoletto e Andrea Marin).
Al suo intervento si è aggiunto quello della dott.ssa Francesca Pastro, referente per l’inclusione dell’Ufficio Scolastico Provinciale, che ha evidenziato il crescente numero di studenti con disabilità nelle scuole: “Quest’anno supereremo i 4.000 bambini con disabilità inseriti nelle classi. La scuola fa il possibile, ma il continuo ricambio di docenti rappresenta una difficoltà in un ambito in cui la continuità della figura di riferimento è molto importante. È per questo che il lavoro in rete con i servizi e gli enti locali diventa essenziale”.
La prima parte della conferenza, dedicata all’analisi tecnica da parte dei professionisti, ha visto il contributo d’apertura della dott.ssa Mara Collini, psicologa e responsabile dell’Unità Operativa Semplice presso l’ULSS 2. Il suo intervento ha messo in luce il ruolo cruciale delle figure di accompagnamento nel percorso di crescita e autonomia delle persone autistiche:
“Il termine ‘accompagnamento’ deriva dal latino ‘cum pane’: le persone con cui condividiamo il pane. Questo concetto è essenziale perché l’inclusione non può essere relegata solo alle istituzioni, ma deve partire dagli ambienti di vita quotidiana: la famiglia, la scuola, il vicinato. L’obiettivo è sviluppare l’autonomia e ridurre la necessità di supporti esterni, affinché ogni persona possa esprimere le proprie inclinazioni e i propri desideri”.
Collini ha anche sottolineato che il grado di disabilità è fortemente influenzato dal contesto sociale e dai servizi disponibili: “Non si lavora sulla categoria autismo, ma sulla persona. Il nostro compito è costruire un progetto di vita con le famiglie e con la rete territoriale”.
A portare una ventata di ironia e leggerezza è stata la giovane attrice vicentina di stand-up comedy Sofia Gottardi. Attraverso uno sketch brillante, ha saputo raccontare con sensibilità e umorismo i piccoli fraintendimenti che un ragazzo autistico può incontrare nella sua quotidianità.
La sua performance ha strappato sorrisi e applausi al pubblico, dimostrando come anche la comicità possa essere uno strumento di inclusione e consapevolezza.
Il successivo intervento di carattere tecnico dell’incontro, ha visto la dott.ssa Valeria Berton e il dott. Natalino Filippin affrontare il tema del passaggio all’età adulta e delle opportunità di inclusione lavorativa e sociale.
La transizione all’età adulta è un passaggio che spaventa molte famiglie, poiché coincide con la fine della presa in carico da parte del servizio per l’età evolutiva e la conclusione del percorso scolastico, che per anni rappresenta una sicurezza e una routine stabile.
L’ingresso nell’età adulta apre scenari più complessi e diversificati, segnando il passaggio al servizio disabilità.
Questo delicato momento è supportato da un progetto-ponte che prevede aspetti fondamentali come l’accompagnamento della famiglia nel nuovo servizio e la collaborazione tra operatori, attraverso incontri congiunti che garantiscano una continuità nell’assistenza e nella progettualità, evitando che il percorso costruito nel tempo vada disperso.
In questo senso, è fondamentale riconoscere che il sistema disabilità è molto più ampio del solo servizio Ulss spiega la dott.ssa Berton: “Noi lavoriamo all’interno di un sistema che è composto da molti attori, un servizio che lavora con le persone, le famiglie e un gruppo di enti gestori. Lavora con gli enti locali, con i comuni e con una serie di associazioni di varia natura: sportive, dei familiari, per il tempo libero, per il volontariato. Sono molte, e questo insieme crea la rete del sistema-disabilità: co-progettazione, coordinamento e collaborazione mettendo insieme valori, principi, idee e risorse che ognuno può portare”.
A concludere la parte specialistica sarà la dott.ssa Valeria Barzan, coordinatrice del centro Do Re Mi della cooperativa Il Girasole, che presenta una riflessione del Tavolo per l’autismo: un tavolo formato da tecnici e professionisti che sta cercando di trovare una soluzione di continuità tra i bisogni emergenti di affermazione delle persone con autismo e le opportunità presenti nel territorio.
Un tavolo di cittadini prima che di tecnici, che portano la loro esperienza con ogni tipo di neuro-divergenza.
Fluidità e conoscenza, “capire per cominciare a saper stare: “famiglie che chiedono spostamenti di classe quando scoprono che c’è un ragazzo autistico, prenotazioni disdette una volta scoperta la presenza di ragazzi neuro-divergenti. Queste cose sono il contrario del saper stare, che è il saper accogliere. L’inclusione è un diritto sancito dalla Convenzione delle Nazioni Unite. Siamo passati attraverso tanti momenti che hanno visto per lungo tempo una marginalizzazione. Negli ultimi decenni è stato fatto un grande sforzo per l’integrazione, ma molto spesso ha visto relegare nuclei di persone a contesti dedicati. La sfida grande, che non è solo dei servizi e delle istituzioni ma è collettiva, è quella per l’inclusione”.
La seconda parte del convegno, emotivamente molto intensa, è stata dedicata alle testimonianze: Luigi accompagnato dal figlio Manuel e Francesco padre di Andrea, hanno condiviso le loro storie, dimostrando come l’affetto, la cura e le attenzioni della famiglia siano un elemento essenziale per l’evoluzione e la crescita dei ragazzi.
“I nostri figli hanno dei diritti e spetta anche a noi genitori il dovere di farli valere, per garantire loro una vita autonoma e dignitosa” precisa Francesco al termine del suo intervento.
I ragazzi non hanno avuto alcun timore a salire sul palco, davanti a una platea sconosciuta, per testimoniare quanto la loro non sia una presenza passiva, ma viva, che vuole raccontarsi in prima persona.
L’ultima parte del convegno ha visto protagoniste due giovani studentesse del Liceo Angela Veronese, Sara Durante ed Elisa Banchieri. Dal maggio 2020 fanno parte del progetto Banca del Tempo Sociale, un’iniziativa che prevede l’affiancamento di ragazzi autistici in uscite individuali o di gruppo.
“Per noi è un’esperienza di crescita incredibile – hanno raccontato le ragazze – Non si tratta solo di aiutare, ma di instaurare legami, di imparare a vedere il mondo con occhi diversi. Il tempo passato insieme ci arricchisce e ci insegna ogni giorno qualcosa di nuovo”.
“Conosci l’autismo?” non è stato solo un momento di riflessione, ma un vero e proprio incontro di voci, esperienze e prospettive che hanno messo al centro il valore dell’inclusione. Dalla consapevolezza alla progettualità, dagli interventi degli esperti alle testimonianze dirette, la serata ha mostrato come la rete sociale, istituzionale e familiare possa essere il vero motore di un cambiamento concreto.
L’autismo non è una condizione da affrontare in solitudine, ma un percorso da condividere, in cui ogni attore – famiglie, scuole, enti locali, associazioni, cittadini – può e deve fare la sua parte. Come emerso dagli interventi, il passaggio dall’integrazione all’inclusione autentica passa attraverso il riconoscimento della persona, delle sue specificità e delle sue potenzialità, all’interno di una comunità capace di accogliere, comprendere e sostenere.
(Autore: Francesco Bruni)
(Foto e video: Francesco Bruni)
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