Sì di Favero al Coordinamento don Torta di entrare nella Fondazione teatrale e apporre una targa ricordo per i truffati

I truffati da Veneto Banca vogliono esserci nell’operazione nuovo teatro di Montebelluna, Il Coordinamento Associazioni Banche Popolari Venete “don Enrico Torta” ha inviato in questi giorni una missiva al sindaco di Montebelluna, Marzio Favero, a firma dell’avvocato Andrea Arman.

Il coordinamento, che difende i truffati dalle banche venete (che ancora non hanno visto neppure un centesimo del Fondo indennizzo dei risparmiatori-Fir), rivendicano che sia destinata loro un’attenzione particolare perché, in qualche modo, quel nuovo teatro rappresenterà una sorta di “indennizzo” da parte di Banca Intesa ai cittadini montebellunesi.

Quello che oggi è diventato il primo istituto di credito italiano aveva acquistato a 50 centesimi le “good bank” di Veneto Banca e di Banca Popolare di Vicenza.

Utilizzando l’art bonus, Banca Intesa ha destinato 4,5 milioni di euro per l’abbattimento dell’ex Gil e la realizzazione, al suo posto, di un teatro da oltre 400 posti a sedere, polivalente.

Nella lettera chiedono, in relazione al progetto del teatro cittadino, due azioni: la prima è che venga affissa una targa a ricordo del dramma dei risparmiatori veneti nella nuova struttura; la seconda è la richiesta di adesione alla futura Fondazione e ad avere un rappresentante degli ex soci nel Consiglio di amministrazione.

Si tratta di richieste volte a riconoscere il ruolo che gli ex soci di Veneto Banca hanno avuto per la crescita economica e morale della comunità trevigiana e veneta.

“Accolgo con favore queste due istanze – risponde il sindaco Marzio Favero manifestando la sua piena disponibilità – È doveroso che la comunità conservi nella sua memoria quanto è accaduto perché i soci di Veneto Banca e della Banca Popolare di Vicenza hanno garantito per decenni il funzionamento di due istituti che sono stati motori fondamentali della crescita economica del nostro territorio. Inoltre, ricordare quanto è accaduto non solo è doveroso, ma è anche utile per prevenire il riproporsi dei fattori di crisi che hanno portato alla liquidazione coatta dei due istituti. Dobbiamo imparare la lezione.

La seconda istanza – prosegue Favero – è altrettanto importante perché è giusto che possa portare il suo contributo in termini di pianificazione delle attività culturali la voce degli ex soci delle due banche che sono stati espressione di quell’identità culturale del nostro territorio che è fondata sul lavoro, sul sacrificio, sul risparmio e anche sulla solidarietà reciproca”.

“In fase di redazione del nuovo Statuto – conclude – convocheremo anche il presidente del Coordinamento Associazioni Banche Popolari Venete “don Enrico Torta”, l’avvocato Andrea Arman”.

(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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