Trevignano e Montebelluna hanno ricordato l’eccidio dei dieci martiri di Zapparè avvenuto il 22 marzo del 1945

Era la sera del 21 marzo del 1945 quando un commando nazista arrivò a Zapparè di Trevignano per vendicare, con una rappresaglia, uno scontro a fuoco avvenuto con una formazione partigiana che si rifugiarono nella borgata.

I tedeschi portarono via dieci persone e incendiarono le loro case. Alle prime ore del mattino del 22 marzo i dieci civili furono portati a Montebelluna e fucilati all’intero del vecchio campo sportivo, oggi piazza X Martiri.

Si trattava di Antonio Bordin, Ernesto Bordin, Giuseppe Durigon, Lorenzo Durante, Girolamo Durante, Pietro Durante, Francesco Semenzin, Bruno Semenzin, Primo Durigon e P. Antonio Bordin.

Ieri mattina, a Trevignano, il sindaco Ruggero Feltrin, il sindaco di Montebelluna Elzo Severin, le associazioni d’arma e la Protezione Civile hanno ricordato con una cerimonia l’eccidio avvenuto 76 anni fa.

“Un episodio ormai lontano nel tempo – ha scritto in una nota l’intera amministrazione comunale trevignanese -, ma che vogliamo ricordare con immutato dolore per ribadire il nostro rifiuto verso la guerra e la violenza come mezzi di risoluzione delle controversie, convinti che nella conoscenza, nel rispetto e nel progresso stiano le basi per una società libera e pacifica”.

Oltre alle lapidi che ricordano il triste episodio, all’interno dell’agriturismo Cavedin i cittadini di Trevignano, lo scorso anno, hanno fatto erigere un monumento dedicato alle vittime in occasione del 50esimo anniversario della strage.

Poco più di un anno fa è scomparso Efrem Bordin, uno degli ultimi testimoni dell’eccidio dei dieci martiri di Zapparè.

(Foto: comune di Trevignano).
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