Un monaco buddhista che parla la “lingua” veneta: successo per l’incontro con Ven. Seiun: “Apriamoci al prossimo attraverso la ‘religione dell’altro’”

Continua il cammino di conoscenza delle religioni del mondo iniziato alcuni mesi fa dal Comitato Chiesa Vecchia di Biadene: dopo gli incontri di approfondimento su Induismo ed Ebraismo, ieri sera il protagonista è stato Ven. Seiun, maestro e monaco buddhista di origini trevigiane che ha accompagnato il numeroso pubblico presente alla scoperta del Buddhismo.

All’evento, curato dal professor Loreno Miotto insieme al giornalista di Qdpnews.it e docente Andrea Berton e agli altri componenti del Comitato Chiesa Vecchia di Biadene, hanno partecipato gli assessori montebellunesi Maria Bortoletto e Debora Varaschin e, a dimostrazione del fatto che il percorso intrapreso intende sviluppare il confronto e lo scambio continuo tra le religioni, il presidente della Federazione Regionale Islamica del Veneto, Ait Alla Lhoussaine.

In molti erano curiosi di conoscere il maestro e “monaco buddhista che parla in dialetto veneto” (o come preferisce dire lui la “lingua” veneta) e vive tra Castelfranco Veneto, dove è nato, e Cinte Tesino (Trento), dove è monaco abate del tempio Tenryuzanji.

Ven. Seiun è stato ordinato secondo le piattaforme Mahayana – Vajrayana nelle tradizioni giapponesi Shugendo e Tendaishu, secondo la scuola Theravada dello Sri Lanka.

È membro del Tavolo delle appartenenze religiose di Trento e del Tavolo del dialogo fra le religioni di Rovereto, oltre ad essere cofondatore di “Italia Buddhista”, realtà che raggruppa religiosi buddhisti di diverse tradizioni.

Negli anni ha collaborato con diverse istituzioni e realtà attive nel dialogo tra le religioni e nello studio delle discipline orientali.

È anche vicepresidente dell’associazione Sammasathi di Padova e vicepresidente di “Liberation Prison Project Italia”, associazione che si occupa di trasmettere e insegnare ai carcerati delle tecniche di meditazione e gestione delle emozioni.

Durante la serata si è parlato dell’avvicinamento del monaco trevigiano al Buddhismo e sono stati presentati brevemente alcuni importanti momenti della vita di Siddhartha Gautama (VI, V secolo a.C.), oltre ad un accenno ad alcuni suoi preziosi insegnamenti.

In molti sono rimasti colpiti dalla storia della risposta del responsabile del tempio giapponese in cui Seiun desiderava entrare, avvenuta inaspettatamente a più di un anno dalla richiesta e con modalità che ancora oggi lo fanno sorridere.

Alla fine dell’incontro è stato dato spazio alle domande del pubblico, che ha dimostrato di apprezzare molto i “risvolti pratici” del Buddhismo che, a differenza di quello che pensano alcune persone, non invita a rifiutare le belle esperienze che l’uomo può sperimentare nel suo cammino, consigliando invece di praticare il “non attaccamento” alle cose e alle persone per non precipitare in sofferenze in grado di creare un’inutile “spirale di dolore”.

“Ringrazio il Comitato Chiesa Vecchia di Biadene – commenta Ven Seiun – per questo incontro che aveva come obiettivo portare alle persone presenti un’esperienza diretta per conoscere la tradizione buddhista. La forza di queste occasioni sta nel dare sempre più strumenti alla gente per aprirsi all’altro attraverso la ‘religione dell’altro’”.

“Mi torna in mente l’affermazione del re Ashoka: ‘Ascoltare ed ascoltare ancora la dottrina di Pace di un altro popolo!’ – conclude – Non comprendere l’importanza di questo atteggiamento o, peggio ancora, opporsi a questa strada della conoscenza, contribuisce unicamente ad alimentare il proprio ego impaurito ed insicuro, sostenendo in tal modo la divisione sociale!”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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