La sala del Mattorosso di Montebelluna era gremita ieri sera, lunedì, in occasione della presentazione del piano di rilancio del Calcio Montebelluna.
“E’ impensabile che una città come il Montebelluna non abbia la prima squadra oltre al settore giovanile” questo il “leit motif” della serata di ieri.
La città dunque sogna un ritorno del calcio ad alti livelli e il modello su cui basarsi è un’altra società che ha saputo rialzarsi dopo le vicende difficili degli anni passati: ovvero il Treviso Basket.
All’evento erano presenti oltre al presidente del club e di Prodeco Pharma Giovanni Catania, l’amministratore delegato Simone Zanella, il padrone di casa e consulente Nicola Palumbo, il commercialista Mauro Raccamari, tra i creatori del consorzio TV Basket e l’assessore allo sport Andrea Marin.
“Bisogna mettere un punto e ripartire da qui per dare un futuro al Montebelluna” con questa frase ha voluto puntualizzare l’amministratore delegato del club Simone Zanella.
“L’intenzione è anche quella di riportare una prima squadra oltre al settore giovanile, fiore all’occhiello della nostra società, serve però strutturarsi al meglio” precisa.
Ecco perché la soluzione potrebbe essere il consorzio: ovvero quello di creare un’organizzazione comune per promuovere la propria immagine, i propri marchi e anche i propri prodotti, attraverso il sostegno finanziario di realtà sportive presenti sul territorio sotto ogni profilo formativo, culturale ed educativo.
“Mi era stato chiesto di pensare a un modello alternativo al mecenatismo, che non funziona più da 15 anni nemmeno in massima serie – precisa Nicola Palumbo – Urge un’idea diversa, come quella del consorzio ma bisogna avere impegno e voglia, anche se qui da qualche anno si è persa l’abitudine di andare allo stadio per vedere la partita. È necessario unire l’aspetto finanziario e la passione. L’obiettivo è di replicare quanto fatto da Treviso Basket. Il consorzio non è la soluzione ad ogni male, ma è una strada da percorrere”.
“Parliamo di un progetto in grado di affermare i brand nel territorio, sviluppando relazioni e fidelizzando tutta l’area. Può essere l’occasione per dare una svolta” continua.
“Il consorzio fin dalle origini è un’entità separata dalla squadra e ha seguito di pari passo le vicende sportive – afferma Mauro Raccamari – Il consorzio che cosa serve alla nostra azienda? Insieme facciamo attività ludiche, corsi di formazione, condividiamo progetti sociali e in generale realizziamo le più svariate attività di network. Il Consorzio però funziona se tutti sono disposti a farsi coinvolgere”.
La speranza è quella di dare il prima possibile un futuro roseo a un collettivo storico che, al momento, è fuori dai radar del grande calcio, ma le possibilità per ripartire, sulla carta, ci sono tutte.
(Autore: Luca Collatuzzo)
(Foto: Qdpnews.it)
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