In occasione del 20° anniversario dalla sua fondazione, l’Associazione Orchestra G. Legrenzi propone alla cittadinanza due appuntamenti dedicati al “Requiem” Kv 626 di W. A. Mozart: venerdì 27 ottobre alle ore 18:30, nell’Auditorium della Biblioteca, l’incontro “Un requiem per Mozart…” Storie ed aneddoti di un Capolavoro, con il prof. Rocco Carbonara, docente di clarinetto e clarinetto storico presso i Conservatori di Vicenza e Padova, che racconterà aneddoti e curiosità sul celebre componimento e, sabato 28 ottobre alle ore 20:45 al PalaMazzolovo, il grande concerto “Requiem in Re Minore Kv 626” diretto dal M° Franco Poloni con l’Orchestra G. Legrenzi ed il Coro “Città di Piazzola sul Brenta” del M° Paolo Piana con i solisti, soprano Patrizia Vaccari, contralto Manuela Marchetto, tenore Cristiano Didoné e basso Maurizio Franceschetti.
Espressione dell’eccellenza musicale del territorio, l’Orchestra “Giovanni Legrenzi” è composta da oltre 50 elementi, tutti maestri d’orchestra impegnati nei principali teatri d’Italia. Nata nel 2003 dall’idea di alcuni musicisti Montebellunesi, tra i quali ricordiamo il compianto Maestro Giuseppe Volpato, grande violinista al Teatro alla Scala, l’Orchestra Legrenzi viene costituita per la quasi totalità da componenti provenienti dal comprensorio Montebellunese.
Debutta il 4 ottobre 2003 proprio con l’esecuzione del Requiem KV 626 di W. A. Mozart.
Da allora l’Orchestra G. Legrenzi ha tenuto un centinaio di concerti con programmi rivolti alle grandi pagine di musica sacra, non tralasciando il repertorio cameristico e sinfonico in collaborazione con importanti Cori e solisti nazionali e internazionali. Dalla sua fondazione è stata diretta dai Maestri Franco Poloni e Antonio Pessetto.
Sabato 28 ottobre ad esibirsi, unitamente ai sopracitati Solisti, ci saranno anche il “Coro Città di Piazzola sul Brenta“, formazione polifonica diretta dal M° Paolo Piana che negli anni si è distinta per le sue esecuzioni ottenendo numerosi primi premi in concorsi e rassegne nazionali ed internazionali, ritenuto tra i migliori Cori non professionisti d’Italia.
Il repertorio su cui si basa l’attività del coro attinge a tutti i periodi della musica, da quella antica fino alla moderna, passando per quella rinascimentale, barocca, romantica dedicando attenzione e studio anche al Canto Gregoriano.
A dirigere orchestra e coro sarà il M° Franco Poloni, ex presidente e cofondatore dell’Associazione nonché storico direttore della compagine Montebellunese. La Sezione dei Fiati è totalmente proveniente, con la presenza di Docenti e studenti, dal Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza dove, dal 2016 presta servizio il M° Poloni.
Per introdurre il pubblico al “Requiem”, venerdì 27 ottobre nell’Auditorium della Biblioteca comunale il prof. Rocco Carbonara, clarinettista e storico musicale, racconterà aneddoti inediti relativi al grande capolavoro mozartiano.
“Con il Requiem Kv 626 di Mozart celebriamo uno straordinario ciclo che dura da 20 anni, un percorso musicale di altissimo livello iniziato il 4 ottobre 2003 proprio con il lavoro incompiuto del genio salisburghese. Va ricordato che negli anni l’Orchestra Legrenzi ha avuto modo di esibirsi con grandi formazioni corali, tra cui il Coro Città di Piazzola sul Brenta, Academia Ars Canendi, Coro Sant. Andrea, e con solisti di prestigio, primo tra tutti Giovanni Andrea Zanon diventato una stella del panorama violinistico mondiale” commentano il presidente Fabio Quaggiotto e il M° Franco Poloni.
“E’ un piacere ospitare un weekend all’insegna della musica per omaggiare un’Orchestra che, con le sue proposte musicali e l’altissimo livello dei suoi componenti, anno dopo anno, concerto dopo concerto, porta il nome di Montebelluna in tutta Italia” afferma il sindaco Adalberto Bordin.
“Con questo doppio appuntamento celebrativo si conferma un sodalizio tra l’orchestra Legrenzi e l’amministrazione comunale che dura da anni e grazie al quale questa prestigiosa compagine ha allietato moltissimi momenti della vita cittadina, in primis le festività natalizie”, aggiunge l’assessore alla cultura Maria Bortoletto.
Una nuova mostra a Villa Correr Pisani
Dal 26 ottobre al 4 febbraio il Comune di Montebelluna e il Memoriale Veneto della Grande Guerra presentano, negli spazi di Villa Correr Pisani, la mostra temporanea «GULag. Storie e immagini dai lager staliniani», a cura dell’Associazione Memorial-Italia e in collaborazione con ISTRESCO.
Attraverso materiale documentario e fotografico proveniente dagli archivi sovietici, l’esposizione documenta la storia del sistema concentrazionario sovietico e descrive alcune delle principali «isole» di quello che dopo Solženicyn è ormai conosciuto come «l’Arcipelago Gulag»: le isole Solovki, il cantiere del canale Mar Bianco-Mar Baltico (Belomorkanal), quello della ferrovia Bajkal-Amur, la zona mineraria di Vorkuta e la Kolyma, sterminata zona di lager e miniere d’oro e di stagno nell’estremo nordest dell’Unione Sovietica, dal clima rigidissimo, resa tristemente famosa dai racconti di Varlam Šalamov.
Il materiale fotografico, «ufficiale», scattato per documentare quella che per la propaganda sovietica era una grande opera di rieducazione attraverso il lavoro, mostra gli edifici in cui erano alloggiati i detenuti, la loro vita quotidiana e il loro lavoro. Alcuni pannelli sono dedicati a particolari aspetti della vita dei lager, come l’attività delle sezioni culturali e artistiche, la propaganda, il lavoro delle donne, mentre altri illustrano importanti momenti della storia sovietica come i grandi processi o la collettivizzazione. Non mancano una carta del sistema del Gulag e dei grafici con i dati statistici.
Una parte della mostra è dedicata alle storie degli italiani che finirono schiacciati dalla macchina repressiva staliniana: soprattutto antifascisti che erano emigrati in Unione Sovietica negli anni Venti-Trenta per sfuggire alle persecuzioni politiche e per contribuire all’edificazione di una società più giusta. Durante il grande terrore del 1937-38 furono arrestati, condannati per spionaggio, sabotaggio o attività controrivoluzionaria: alcuni furono fucilati, altri scontarono lunghe pene nei lager.
L’inaugurazione della mostra (giovedì 26 ottobre, ore 20:00) si colloca ad apertura del ciclo di incontri “Il Novecento degli Stati e le forme di repressione”, realizzato in collaborazione con ISTRESCO.
Nel secondo dopoguerra si diffuse la consapevolezza del riconoscimento della categoria di crimini contro l’umanità e l’esigenza di individuare le responsabilità nel dare la morte a chi è stata ritenuto superfluo dalla razionalità “del pensare e del fare” lo sterminio: si delinea il reato di genocidio e, con esso, la definizione del gruppo vittima, dell’intenzionalità pianificata e di esecuzione secondo un piano di strumenti di perpetrazione del crimine.
L’enorme progresso tecnico, l’interiorizzazione della violenza, la tensione politico-ideologica, la classificazione razziale, l’esplosione del nazionalismo e della mobilitazione delle masse, i totalitarismi, la cultura dell’odio e la creazione del nemico da sterminare, cambiano infatti lo scenario delle modalità di repressione.
“Iniziative come queste rispecchiano perfettamente quello che vuole essere il senso del Memoriale: un luogo non tanto e non solo della memoria, ma uno spazio dove trovare gli strumenti per interpretare il passato recente e acquisire le chiavi per leggere il presente. Un presente che mai come oggi necessita di lucidità, consapevolezza del passato e rigore per essere compreso e che ci impone di interrogarci su questioni che hanno a che vedere con l’umanità, la geopolitica, l’etica” spiega il sindaco Bordin.
Il ciclo di incontri, articolato in tre appuntamenti (26 ottobre, 10 novembre, 23 novembre 2023, ore 20:30), si aprirà con un intervento del prof. Marcello Flores dedicato al genocidio etnico e nazionalista; a seguire, gli interventi delle prof.sse Antonella Salomoni e Simona Berhe si concentreranno rispettivamente sulle politiche genocidarie tra gli anni 1930-1970 e sul comportamento genocidario nel primo Novecento.
“In collaborazione con Istresco torniamo a proporre un’iniziativa di approfondimento sulle problematiche e i nodi cruciali della storia contemporanea, proponendo quest’anno un focus sulla nozione e i caratteri delle pratiche di sterminio nel corso del Novecento. Una mostra per mettere a fuoco la violenza perpetrata nel corso di quasi 70 anni del secolo scorso attraverso i gulag e un ciclo di conferenze per conoscere le forme che può assumere una cultura dell’odio con le esperienze genocidiarie del Novecento: occasioni per approfondire un passato recente che, purtroppo, oggi ci appare molto più vicino” conclude l’assessore Bortoletto.
(Foto: Comune di Montebelluna).
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