Venerdì 8 maggio 2020 (serata di assegnazione del 65° David di Donatello) le luci resteranno accese in tutte le sale cinematografiche italiane.
Si tratta di una testimonianza silenziosa da parte dei gestori dei cinema per poter dire “Noi ci siamo”. Quello dello spettacolo è decisamente un comparto che più di altri sta subendo gli effetti della chiusura per l’emergenza Coronavirus, e sarà tra quelli che riprenderanno per ultimi.
Le sale cinematografiche rappresentano luoghi di aggregazione che in molti casi sono diventate vere “istituzioni” nelle comunità locali. A Montebelluna il Cinema Italia Eden ha quasi un secolo di vita: fu fondato nel 1922 da un’associazione culturale formata da Nino Polin, Alberto Polin (decorato della Prima Guerra poi divenuto podestà) e dal conte Pietro Rinaldi.
La sala è rimasta, nel corso dei decenni, sempre tra le mani della famiglia Polin, fino all’attuale proprietario, Vittorio Polin, nipote del fondatore.
Di riapertura delle sale in Italia si parla non prima di due mesi, mentre nel resto d’Europa, come in Spagna, si tenteranno ripartenze già dal mese di maggio, per non parlare di molti paesi del nord Europa: “Il problema non è soltanto rappresentato da questi mesi di chiusura – commenta Vittorio Polin -, non sappiamo ancora come sarà il mercato del comparto audiovisivo e cinematografico e quali saranno i protocolli da seguire e quindi se l’attività sarà economicamente sostenibile. Come imprenditori di altri settori, qualcuno si chiede se la questione non sia quando, ma se riaprire. Il nostro comparto non ha certo i fatturati di altri comparti come il turismo, ma rappresenta un grande valore sociale e culturale”.
Una valenza che anche la Regione Veneto ha già energicamente espresso, sollecitando sinergie con le amministrazioni locali, utilizzando spazi pubblici all’aperto: “Ci aspettiamo di essere coinvolti in questi progetti – dice fermamente Polin – e che le amministrazioni ricordino che i cinema sono presidi culturali fissi del territorio. Molte amministrazioni si stanno rivolgendo a ‘service’ con esborsi che superano anche gli 8mila euro a settimana. Con tali risorse i gestori dei cinema, con professionalità e competenze consolidate in anni d’esperienza, possono mettere in campo iniziative e progetti ben più efficaci rispetto a riproposte vintage dai discutibili risultati”.
Polin fa riferimento al paventato ritorno dei drive-in stile Anni ‘50 e ‘60: “Non è che ci manchino le capacità tecniche per allestire un drive-in e l’idea ha un certo fascino ricordando film e telefilm del passato. Ma ci teniamo a sottolineare che il cinema ha necessità tecniche e standard qualitativi ben precisi; ho grosse perplessità che un film visto attraverso il parabrezza, con un altoparlante portatile bluetooth e a motore acceso per l’aria condizionata nelle calde serate estive possa andare molto oltre l’essere una semplice curiosità. Per quanto ne so, esperienze come il drive-in Bovisa di Milano prevedevano, infatti, anche file di sdraio e spazi di aggregazione, uno scenario non solo di auto parcheggiate e distanziate”.
Continuiamo a credere di più a un’esperienza come quella del cinema all’aperto, che il Cinema Italia Eden di Montebelluna porta avanti già da tre anni, con il Cine Luna che si svolgeva nel periodo estivo al Parco Manin: “Proiezioni a qualità visiva e sonora cinematografica – sottolinea Vittorio Polin – ma anche serate teatrali e conferenze. Un’iniziativa che abbiamo fino a oggi offerto assumendoci le passività. Quest’anno, con gli incassi che mancano ormai da febbraio, molto difficilmente potremo trovare le risorse per poterlo ancora garantire, senza un intervento da parte pubblica“.
“Noi ci siamo e faremo la nostra parte, ma dovremo privilegiare situazioni in cui si dimostri collaborazione e condivisione, non soltanto in termini finanziari ma anche in termini di servizi rendendo sostenibili gli oneri derivanti da fattori quali nuove misure sanitarie (anche se le attività all’aperto hanno meno criticità di quelle al chiuso, prevediamo saranno necessari distanziamento e sanificazione), collaudi, vigilanza, pratiche burocratiche. Ma l’estate dovrà essere soprattutto l’occasione per far ripartire le sale cinematografiche, gli unici luoghi dove il cinema è cinema, indissolubilmente legato alla coralità e socialità di un esperienza collettiva” conclude Polin.
(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
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