Dolore e sgomento nell’Alta Marca Trevigiana per la morte di Elisa Campeol, 35enne di Pieve di Soligo uccisa a coltellate mentre stava prendendo il sole in riva al fiume Piave nella zona dell’Isola dei Morti a Moriago della Battaglia (vedi articolo).
A poche ore dalla tragedia, il 35enne Fabrizio Biscaro, residente a Col San Martino, si è costituito ai Carabinieri della stazione di Valdobbiadene dalla quale è uscito intorno alle ore 20.45 per essere accompagnato in carcere dai militari dell’Arma.
La giovane vittima lavorava con la famiglia all’Eli’s Bar di via Pati a Pieve di Soligo, nella zona del Patean, ed era molto conosciuta in paese.
Da una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo, che non conosceva la vittima, sarebbe uscito di casa con un coltello di grosse dimensioni per dirigersi verso l’Isola dei Morti a bordo della sua Golf.
Dopo aver camminato per 600-700 metri con il coltello in mano, si sarebbe scagliato contro la ragazza sferrandole le coltellate letali.


In seguito, il presunto omicida, dopo aver raggiunto la sua auto, avrebbe fatto un giro prima di recarsi a Valdobbiadene per costituirsi ai Carabinieri.
Non sono ancora chiare le motivazioni che avrebbero portato l’uomo a compiere un gesto così grave e in molti continuano a chiedersi se si sarebbe potuto fare qualcosa per prevenirlo.
“La comunità di Pieve di Soligo è sgomenta – ha commentato il sindaco Stefano Soldan – Come possiamo accettare che una persona possa perdere la vita in questo modo mentre stava trascorrendo un momento di spensieratezza in un luogo che tutti conosciamo? È un fatto altamente drammatico e qui da noi non siamo abituati a queste cose, forse perché riteniamo di vivere in un luogo tranquillo, lontano da questo tipo di problemi. Ora ogni valutazione è prematura perché non conosciamo i dettagli della vicenda”.
Nel pomeriggio il sindaco Soldan si è recato dai genitori e dalla sorella di Elisa per portare una parola di conforto da parte dell’amministrazione comunale.


“Sono situazioni difficili da commentare – aggiunge il primo cittadino di Pieve di Soligo – Io conosco il padre e la madre della ragazza, per me sono volti familiari perché li incontravo al bar del Patean. Ho dato la massima disponibilità alla famiglia e se serve attiveremo tutte le azioni necessarie, soprattutto dal punto di vista psicologico, per dare tutto il sostegno possibile a queste persone. In questa storia c’è una seconda tragedia, quella che stanno vivendo i familiari del presunto omicida. Il mio pensiero va anche a loro: dobbiamo essere forti per cercare di comprendere certi disagi”.
Anche il parroco di Pieve di Soligo, monsignor Giuseppe Nadal, si è recato dalla famiglia di Elisa Campeol per mostrare la vicinanza della comunità cristiana pievigina in questo momento di grande dolore.
“Prima di incontrare i familiari di Elisa sono andato in duomo a pregare per lei – ha affermato monsignor Nadal – Li avevo conosciuti bene in passato, soprattutto i parenti del padre che ha una famiglia numerosa. Oggi ho visto la mamma, il papà e la sorella della ragazza e ho pregato con loro, assicurandoli la vicinanza del Signore e le preghiere della comunità cristiana di Pieve di Soligo”.
Oggi il Quartier del Piave ha conosciuto una delle pagine più tristi degli ultimi anni e nelle varie comunità dell’Alta Marca Trevigiana non si parla d’altro e non mancano le frasi di vicinanza alla famiglia di Elisa e i pensieri per questa giovane vita che si è spezzata troppo presto a causa dell’inspiegabile furia omicida del suo assassino.
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