Grande interesse mercoledì scorso, 30 ottobre, al Festival della Cultura di Moriago della Battaglia: al centro polifunzionale di Mosnigo è stato infatti presentato il libro sulla millenaria storia dell’abbazia benedettina di Santa Bona a Vidor, scritto da Maurizia Manto (nella foto).
Il libro narra la storia dell’abbazia dalle sue origini ai nostri giorni riportando riferimenti a importanti documenti storici. Attraverso i secoli la descrizione si snoda con un linguaggio semplice ed accessibile a tutti e, nell’ultima parte, sono anche riportate le testimonianze dei fittavoli ancora in vita.
L’abbazia di Vidor fu fondata nel 1106 grazie a una donazione di Giovanni Gravone, della nobile e ricca famiglia dei conti da Vidor. Egli partecipò alla prima crociata, trasportò a Vidor le spoglie di Santa Bona e fece costruire per lei una chiesetta sullo sperone roccioso.
In seguito, l’arrivo dei monaci benedettini portò conoscenze che favorirono lo sviluppo dell’agricoltura e sostennero il riformarsi dell’economia. Il monastero, inoltre, dava soccorso ai bisognosi, cura agli ammalati e aiuto alla popolazione. Dopo i monaci giunsero a Vidor gli abati commendatari e nel 1774 ci fu il passaggio di proprietà ad una famiglia signorile, fino ai bombardamenti della prima guerra mondiale. Nell’immediato dopoguerra la contessa Alfonsa fece ricostruire l’abbazia, riportandola ai fasti un tempo.
L’abbazia oggi è privata, perciò è aperta al pubblico in momenti particolari dell’anno, è un luogo di spiritualità con cerimonie religiose e sede di attività culturali autorizzate dalla famiglia.
L’autrice del libro presentato mercoledì scorso è nata a Vidor nel 1951 e si è laureata nel 1976 alla facoltà di Magistero all’Università degli Studi di Padova. Ha lavorato come maestra alle scuole elementari di Colbertaldo, Bosco, Soligo e Mosnigo. Dopo i primi anni di insegnamento si è trasferita in Trentino, dove ha insegnato per lunghi anni, diventando poi direttrice didattica e quindi dirigente scolastico. Nel 1997 ha fondato il Museo della Scuola di Pergine Valsugana.
Attraverso il suo lavoro ha conosciuto molte realtà e comunità del Trentino ma il suo cuore è sempre rimasto a Vidor. Raggiunta la pensione, ha avuto più tempo per studiare e per approfondire la storia della zona, anche per fare da guida volontaria alle comitive in visita a Vidor.
Maurizia Manto ha trascorso molto tempo della sua infanzia in abbazia, conoscendo direttamente la contessa Margherita Albertini Govone, tutte le maestranze e i fittavoli per questo ha voluto dedicare un libro a questo affascinante luogo del suo passato.
(Fonte: Antonella Callegaro © Qdpnews.it).
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