Con il termine “galateo” si intendono oggi tutte quelle norme e buone maniere che ciascuno di noi può scegliere di seguire per distinguersi in molte situazioni, siano questi momenti particolari come matrimoni, feste o lutti, oppure cene a casa o in ristorante, incontri con un amico, viaggi o doni.
Qdpnews.it si è rivolto alla professionista Giuliana Meneghetti per conoscere nel concreto i consigli per un comportamento impeccabile attraverso una serie di curiosi appuntamenti in formato smart, nella splendida cornice dell’Abbazia di Sant’Eustachio a Nervesa della Battaglia e dintorni, che saranno capaci di stupire e chissà, forse capovolgere le abitudini di molti.
Il codice a cui si fa riferimento parlando di Galateo è piuttosto antico. Il più famoso, ma forse non il primo, risale alla metà del Cinquecento, quando monsignor Giovanni Della Casa, proprio durante il suo soggiorno all’Abbazia di Sant’Eustachio, scrisse il trattato che racchiudeva tutti i segreti del vivere civile, “Il Galateo overo de’ costumi”.
Se un tempo queste regole erano alla base del comportamento in ogni circostanza, ora molte sono andate perse e i costumi sono decisamente cambiati. Questo però non significa che oggi non esista un’etichetta da seguire per una buona educazione, eleganza e compostezza.
“Il Galateo moderno è una libera scelta di stile, di buon gusto e buon senso. La persona educata del terzo Millennio pone al centro il rispetto degli altri e di sé stesso, la discrezione, l’eleganza dei sentimenti, l’umorismo e una buon dose di saggezza” racconta infatti Meneghetti, che oggi spiegherà tutto ciò che c’è da sapere quando si fa e si riceve un dono.
Se pensiamo che sia gentile introdurre il nostro regalo con alcune frasi di circostanza ci sbagliamo: “Ci sono frasi da non dire mai quando si offre un regalo: citare il luogo dove è stato comprato, commentarne la difficile reperibilità o accennare al prezzo, sono tutte cose da non esplicitare” spiega Giuliana Meneghetti.
Il classico: “è solo una sciocchezza…” oppure “Ho visto che non ce l’avevi” sono commenti altrettanto banditi.
Ma allora, cosa si potrebbe dire quando si porge un regalo? Giuliana chiarisce che bastano poche semplici parole, le stesse che scriveremo in un biglietto, il quale, sottolinea, non è obbligatorio, ma sempre consigliato, perché è il regalo che accompagna il biglietto e non il contrario.
E come bisogna comportarsi nella situazione inversa, ovvero quando si riceve un dono? L’etichetta vuole che si scarti subito il pacchetto, ringraziando con commenti tipo “È proprio il colore che preferisco”, ma se ci troviamo insieme a ospiti che non hanno portato alcun regalo, le regole cambiano: lo si aprirà più tardi e si ringrazierà a bassa voce, per evitare di mettere a disagio i presenti.
“Una pratica poco elegante in voga in questi anni – svela ancora Giuliana – consiste nel raccogliere tutti i regali per aprirli in un unico momento alla fine della festa: è sicuramente imbarazzante per chi ha fatto un dono poco prezioso o che addirittura non ha portato nulla”.
Un’ultima curiosità che potrebbe stupire riguarda i regali che si ricevono per ringraziarci di un favore: un tempo si diceva che non era necessario ringraziare, dal momento che in questo modo si sarebbe sottolineato il debito che aveva il donatore. Oggi invece è considerata buona educazione ringraziare in qualsiasi caso.
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