Tanta gente questo pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Spresiano per l’ultimo saluto al 52enne Alberto Borsoi, deceduto lo scorso 23 agosto a causa di una caduta mentre, in sella alla sua Ducati Monster, stava percorrendo via Priula a Nervesa Della Battaglia.
La comunità di Spresiano si è stretta attorno alla mamma Carla, al papà Francesco, alla compagna Paola, ai fratelli, agli altri parenti e agli amici di Borsoi.
Il parroco don Giuseppe Viero ha invitato gli amici e i parenti di Alberto a concentrarsi su ciò che di buono ha fatto in vita.
“È sempre problematico organizzare una riflessione in una situazione così – ha detto il parroco durante l’omelia -: non bastano le Scritture, ma bisogna che quello che si esprime sia vicino alla vita della persona che il Signore ha chiamato a sé. Oggi siamo qui in tanti perché non siamo indifferenti alla perdita di Alberto. A 52 anni sei nel fiore della vita”.
“Quando si è diffusa la notizia – continua -, qualcuno mi si è avvicinato e ha espresso il suo disappunto per un evento di questo tipo. Più di qualcuno mi ha detto che era una buona persona. Poi ho parlato con i familiari che mi hanno detto che era buono, un po’ riservato ma disposto alla solidarietà e all’apertura verso l’altro”.
“Lo faceva in modo totalmente gratuito – prosegue -. La morte di una persona fa verità della persona stessa. Quello che resta è il bene che la persona ha fatto, non i limiti e gli errori. Assumiamo nostra questa prospettiva: ognuno di noi può fare il bene. Alberto verrà ricordato per la capacità di condividere, ha amato la sua famiglia e la compagna”.
“Sicuramente – conclude – vi siete chiesti: ‘se era buono perché il Signore lo ha richiamato a sé?’. La reazione in questi casi è sempre lo scandalo. Non si ha coraggio di dire che forse Dio gli aprirà qualcosa di nuovo. Alberto ora è nella vita, questo non basta a lenire il dolore, ma è un invito ad apprezzare ogni istante della nostra vita. Se lui potesse farlo, ci direbbe proprio questo”.
Presenti alla cerimonia funebre anche alcuni rappresentanti dell’Unitalsi della Diocesi di Treviso, che hanno voluto mostrare la loro vicinanza alla famiglia Borsoi.
(Autore: Andrea Berton)
(Foto: Andrea Berton)
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