Nervesa oggi ha ricordato il sacrificio dei 90mila soldati che persero la vita 103 anni fa nella Battaglia del Solstizio

L’inno nazionale suonato dalla Banda di Nervesa della Battaglia ha aperto, all’Ossario dedicato ai caduti, le celebrazione del 103esimo anniversario della Battaglia del Solstizio.

Presenti numerosi labari delle associazioni combattenti e d’arma e dei Comuni della zona.
In quella battaglia persero la vita circa 90 mila soldati, la Prima guerra mondiale causò oltre 650mila morti e un milione e mezzo di feriti.

Fu il poeta e aviatore Gabriele D’Annunzio ad assegnare al conflitto avvenuto sul Montello il nome di Battaglia del Solstizio.

“Il vero modo per sconfiggere il male – ha detto don Angelo, cappellano militare del 51° Stormo dell’Aeronautica di stanza a Istrana – è affrontarlo, viverlo. Occorre cercare nella tempesta un punto di pace. Siamo qui per ricordare il sacrificio di questi soldati, loro la morte l’hanno vissuta”.

A fare gli onori di casa il sindaco di Nervesa, Fabio Vettori, che ha ricordato, oltre al sacrificio di migliaia di soldati, anche il ruolo che hanno avuto le donne, sia sul campo di battaglia che nelle proprie case.

Un Comune, quello di Nervesa, che ha ricevuto la Medaglia d’Oro al Merito Civile dalle mani dell’allora presidente Carlo Azeglio Ciampi: “Siamo nati e vissuti in questo territorio pregno di storia – ha detto il sindaco – e per noi è un grande orgoglio. La chiesa di San Nicolò, dove è conservata la Madonnina blu, ricorda i ragazzi del ’99, giovanissimi che hanno dato la vita per la propria Patria”.

Il colonnello Gianluca Figus, comandante del 5° Reggimento artiglieria terrestre, prendendo la parola, ha evocato questi giorni del 1918, quando il fuoco di sbarramento italiano ridusse la spinta dell’esercito austriaco e aprì la strada al favorevole epilogo di Vittorio Veneto: “Un esempio di coraggio e patriottismo che abbiamo visto anche in quest’ultimo difficile anno in cui gli italiani sono stati messi a dura prova e hanno saputo uscirne a testa alta”, ha detto il colonnello Figus ricordando l’impegno di donne e uomini dell’Esercito Italiano ancor oggi impegnati all’estero per difendere la pace.

Il sindaco Vettori ha poi letto un messaggio del governatore Luca Zaia: “Queste celebrazioni insegnano a noi tutti l’importanza di mantenere accesa la fiamma della memoria. Solo ricordando si può evitare di ripetere nel futuro simili tragici errori”.

Dopo la cerimonia all’Ossario ci si è spostati al sacello dedicato a Francesco Baracca, l’asso dell’aviazione italiana morto in combattimento il 19 giugno 1918. Era infatti presente anche una nutrita delegazione proveniente da Lugo di Romagna, paese natale di Baracca.

Qui il comandante del 51° Stormo di Istrana, colonnello Nadir Ruzzon, ha ricordato la figura di Francesco Baracca e il ruolo fondamentale che ebbe l’aeronautica militare nel corso della battaglia e per l’epilogo della Grande Guerra.

(Foto e video: Qdpnews.it ©riproduzione riservata).
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