Nuovi edifici per antichi culti nel territorio di Salgareda

L’attuale chiesa di Salgareda, edificata a partire dal 1922 a Talponada (attuale centro del paese), venne aperta al culto nel 1926 e consacrata nel 1937. Sostituisce la precedente, situata a ridosso dell’argine del Piave, distrutta dalla Grande Guerra. Opera degli architetti Alberto Alpago Novello, Ottavio Cabiati e Giovan Battista Schiratti, si presenta in stile neoclassico con sei altari, uno dei quali è stato smontato alla fine del secolo scorso per accogliere il nuovo organo.

Presenta affreschi in stile preraffaelita di Carlo Donati, realizzati tra il 1926 e il 1928. Nel catino dell’abside è raffigurato il patrono San Michele, mentre nel rosone lacunare della navata è rappresentata l’Assunta, co-patrona della chiesa. La cappella, che un tempo accoglieva il battistero (e ora le statue dell’altare del Sacro Cuore, opera dello scultore Francesco Rebesco del 1942), raffigura San Giovanni che battezza Gesù. Opera del Donati è anche la pala dell’altare di San Giuseppe.

Nell’altare della Madonna è presente una statua lignea dell’Assunta di Giuseppe Obletter di Ortisei, copia dell’opera di Brustolon. L’altare di S. Antonio di Padova accoglie una pala del prof. Luigi Marcon, realizzata nel 1935. Le pareti e il soffitto del presbiterio presentano gli affreschi del 1956 di Arturo Favaro, che dipinse anche la pala d’altare di S. Pio X. Nella cappella, che un tempo accoglieva l’altare del Sacro Cuore, ora è installato l’organo, realizzato da Andrea Zeni nel 1999 in stile romantico francese, unico strumento in Italia con queste caratteristiche.

L’attuale chiesa di Candolè, ultimata nel 1536, sorge sul sedime di una precedente del XIV secolo, dedicata a S. Giorgio. Dedicata all’Assunta, come riportato scolpito nell’architrave della porta d’ingresso, nel 1837 tale dedicazione venne cambiata a favore della Natività di Maria. In quell’anno venne rimossa la pala esistente dell’Assunta e sostituita, con il relativo altare, dalla Nascita di Maria del bellunese Giuseppe Zais, proveniente da una chiesa soppressa.

Restaurata da Gian Paolo Boscariol e riposta sopra l’altare maggiore (2000), essa raffigura in primo piano due donne che si premurano di asciugare la neonata che ha appena visto la luce e viene sorretta sulle ginocchia da una di queste; a metà del dipinto la puerpera sant’Anna, ancora coricata a letto dopo il parto, viene rifocillata da un’altra donna; ai piedi del letto il marito san Gioachino in ginocchio con le mani giunte in preghiera di ringraziamento per il lieto evento; più sopra tre angioletti assistono alla scena, facendo capolino tra le nubi. Pur non essendo un edificio pertinenziale a una villa dei nobili veneziani proprietari dei terreni attorno, conserva al suo interno le tombe dei Correr.

L’attuale chiesa di S. Martino a Campobernardo fu progettata dall’architetto Augusto Baitello in stile cristiano antico, reinterpretato secondo il gusto di inizio Novecento. Costruita a partire dal 1922 nello stesso sito della precedente distrutta dalla Grande Guerra, venne ultimata nel 1924. È a unica navata con presbiterio a pianta quadrata e abside poligonale. Lateralmente alla navata sono state ricavate quattro cappelle, di cui la prima a sinistra conteneva il battistero. L’esecutore dell’apparato decorativo della chiesa è il prof. Giovanni Zanzotto di Pieve di Soligo, padre del poeta Andrea, che ha seguito il progetto del pittore Guido Cadorin di Venezia. La pala di S. Martino, collocata nell’abside davanti alla mostra dell’organo è realizzata nel 1926 dal pittore Cagnaccio di S. Pietro.

(Autore: Renzo Toffoli)
(Foto e video: Qdpnews.it)
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