Un mese dalla morte di Massimo Feletto: “Qualcuno potrebbe aver aiutato il pirata nella fuga”

Massimo Feletto

Potrebbe esserci anche una seconda persona che avrebbe aiutato nella fuga l’investitore di Massimo Feletto. Il cinquantenne è stato travolto e ucciso da una Fiat Punto di colore grigio domenica 14 luglio mentre stava camminando, assieme alla badante, lungo via Campagne a Tempio d’Ormelle, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione.

A un mese di distanza i Carabinieri avrebbero individuato la persona alla guida dell’auto, ma ci sarebbe anche qualcuno, forse un amico, che avrebbe aiutato il pirata della strada negli istanti successivi all’investimento. È proprio su di lui che si stanno concentrando le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Conegliano. 

A nulla sono valsi i numerosi appelli, sia dei familiari di Massimo che del vescovo di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo che ha celebrato il funerale, rivolti proprio all’investitore. “Trova il coraggio di costituirti” aveva scandito Pizziolo di fronte alle oltre quattrocento persone che hanno riempito la chiesa templare di Tempio d’Ormelle il giorno dell’ultimo saluto a Massimo. 

Chi ha aiutato il pirata della strada, qualora questa ipotesi venisse confermata, rischia l’accusa di favoreggiamento. 

(Autore: Simone Masetto)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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