Viaggio tra le chiese opitergine. Santa Maria Maddalena, da magazzino comunale a riconsacrata

Viaggio tra le chiese opitergine. Santa Maria Maddalena, da magazzino comunale a riconsacrata

Risulta difficile stabilire l’anno di fondazione della chiesa di Santa Maria Maddalena, anche se possiamo pensare risalga al Medioevo; poiché viene citata in una bolla di Papa Lucio III del 1185. L’istituzione del monastero risale al 1548 quando la chiesa viene ceduta dai monaci Eremiti alle Monache Domenicane.

Le parti più antiche sono il campanile risalente al XIII sec. e la sacrestia del XIV secolo entrambi parzialmente ricostruiti nella metà del 1500 quando la chiesa venne ampliata da maestranze veneziane per elargizione dell’opitergino Giacomo Melchiori mercante a Venezia. La chiesa antica doveva essere a tre navate com’è raffigurata nell’affresco del paliotto dell’altare dedicato a San Giuseppe.

I restauri del 1921 hanno permesso la riconsacrazione e la riapertura al culto della Chiesa che per decenni era diventata magazzino comunale. Risale ai recenti lavori il recupero delle trabeazioni in legno decorate del soffitto.

La tela dell’altare principale è di Silvestro Arnosti; Santa Maria Maddalena e San Giovanni Battista, ai lati del presbiterio due tele raffiguranti il “Transito di Santa Scolastica e il martirio di San Placido e Santa Flavia attribuite a Luca Giordano.

D’interesse la tela raffigurante Santo Stefano con Maria in gloria, opera di Egidio Dall’Oglio.

La testimonianza più antica della presenza di monaci in questa chiesa la si trova addossata al muro di fondo e consiste in coperchio di sarcofago scolpito su pietra e raffigurante un monaco.

La chiesa di San Giuseppe era in origine dedicata all’Annunciazione della Vergine e dal 1673 venne affidata alla Collegiata del Duomo.

A seguito della predicazione di Padre Marco d’Aviano del 1686, l’edificio divenne luogo di raduno dei devoti a San Giuseppe. I fedeli decisero di ampliarla e di erigere anche un campanile. Nel 1737 venne allestito un presepio permanente i cui personaggi, alla vigilia di San Giuseppe, venivano vestiti da addobbatori Treviso.

Nel presbiterio è inserito un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino, databile al 1380, restaurato dal Rotary Club. L’ affresco di notevole qualità raffigura la Madonna dell’umiltà, tema che campare per la prima volta nel Trecento a Venezia come una delle varianti della Madonna allattante.

La tipologia dell’affresco si può ben ricollegare alla Madonna con Bambino di Tommaso da Modena.

La chiesa del Beato Bernardino Tomitano fu eretta nel 1680 da Mattio Tomitano, fra i due palazzi della famiglia in quella che ora  è Via Umberto I.

La chiesetta fu costruita per adempiere le volontà testamentarie di Giulio Tomitano al Beato di famiglia.

La famiglia Tomitano si trasferì da Feltre ad Oderzo all’inizio del XVI secolo.

Oggi la chiesa ospita le foto dei caduti di Oderzo durante le due guerre mondiali e in operazioni di pace recenti.

La statua raffigura con ai piedi gli zoccoli il Beato che apparteneva alla congregazione Francescana dei zoccolanti.

La chiesa della “Salute” venne aperta al pubblico, dal Molto Reverendo don Goffredo Massaro nel 1874 con permesso del Vescovo di Ceneda, quando ad Oderzo era parroco Mons. Giuseppe Moretti.

Nella facciata sono incise queste parole: SALUS INFIRMORUM ORA PRO NOBIS, che attestano la dedicazione della chiesa alla Madonna e un’annunciazione ad affresco di Ilario Padovan. Al suo interno, sopra il tabernacolo la statua lignea della Madonna della Salute risalente al XIX secolo.

Il paliotto dell’altare è opera di Enrico Vizzotto Alberti e propone figure angeliche sorridenti.

Sulla parete di sinistra un’opera del Morago donata da Don Antonio Costella.

(Autore: Maria Teresa Tolotto)
(Foto e video: Qdpnews.it)
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