È accaduto alla fine del consiglio comunale di Orsago, riunitosi lo scorso martedì 7 luglio, nella sala consiliare della sede municipale: la maggioranza non ha accolto la mozione presentata dal gruppo di opposizione “Orsago Paese Attivo”, attraverso la quale era stata chiesta una verifica della situazione di inquinamento del sito industriale dismesso di via Bortolotto.
Il gruppo di minoranza aveva elaborato un documento che avrebbe impegnato l’ente locale, e in particolare il primo cittadino nella sua veste di autorità sanitaria, a procedere come soggetto giuridico pubblico ad una nuova analisi ambientale dell’area industriale dismessa, attivando le agenzie regionali ambientali preposte; a obbligare la proprietà all’immediata bonifica dell’area qualora fossero state rilevate criticità in materia di contaminazioni e di inquinamento; a obbligare la proprietà a mettere in campo tutte le azioni utili per riportare l’area in condizioni di assoluto decoro e di sicurezza, nel caso l’indagine avesse evidenziato che non sussistono forme di inquinamento; a sostituirsi alla proprietà in questo ultimo compito, in assenza di una risposta della proprietà; a valutare, sempre come ente pubblico, anche nel caso di non inquinamento, quali siano le misure che consentono l’acquisizione dell’area, l’abbattimento dei manufatti, la bonifica del terreno e la sua riconversione ad area residenziale o ad area naturalistica, in quanto vicina al torrente Gravon e ad un’area agricola.
Il primo cittadino Fabio Collot e l’assessore all’ambiente Luigi Michelon, prima della civica adunanza, avevano effettuato un sopralluogo accompagnati dai proprietari.
“Da tempo – ha sottolineato Collot – abbiamo monitorato l’area e attraverso i nostri uffici comunali avevamo chiesto ai proprietari di metterla a posto, dato che versava in uno stato di degrado a causa della crescita della vegetazione. Il recente sopralluogo credo sia stato un momento efficace per fare delle valutazioni insieme sulla situazione e abbiamo l’impegno dei proprietari che provvederanno a sistemare”.
“Si tratta di un’area industriale dismessa da circa trent’anni – ha spiegato l’assessore Michelon -, dove venivano effettuate operazioni relative alla tintura dei tessuti. Nel 2006 una ditta specializzata ha effettuato un’indagine ambientale per conto dell’allora ditta proprietaria per verificare se vi fossero problemi di inquinamento. Attraverso dei campionamenti, non erano emersi problemi e tutto era sotto la soglia della guardia”.
“Non pensiamo sia necessario effettuare un nuovo studio, – ha commentato Michelon, in merito alla mozione della minoranza – perché in questo lungo lasso di tempo non sono emerse novità, eccetto il fisiologico degrado che è conseguito al naturale passare degli anni. L’amministrazione comunale non intende acquistare quell’area e dunque non ha in animo di trasformarla in parco”.
“Noi riteniamo che sia necessario effettuare una nuova indagine ambientale – ha spiegato Paola Zanchettin (nella foto), a nome di “Orsago Paese Attivo” – perché in quell’azienda si effettuava il finissaggio e la tintura dei tessuti”.
“Inoltre – ha aggiunto il consigliere del gruppo di opposizione – sosteniamo che non sia completa l’analisi redatta nel 2006”.
Dalla mozione della minoranza si rileva che nello studio condotto nel 2006 i valori degli inquinanti erano ben sotto le soglie delle norme relative agli allora terreni ad uso commerciale/industriale; si annota anche di alcune situazioni al limite, in particolare per quanto riguarda i livelli fissati per le zone residenziali, che erano limitrofe alla medesima area industriale.
“Va bene che si provveda alla pulizia dell’area, ma noi abbiamo chiesto che si effettui una bonifica della stessa. Si tratta di due cose diverse”, continua l’esponente dell’opposizione. “Manca una progettualità in tal senso. Constatiamo anche l’assenza di una programmazione – conclude Paola Zanchettin – per una sua riqualificazione e una sua nuova destinazione d’uso, che si dovrebbe maturare in un dialogo istituzionale e con la cittadinanza”.
(Fonte: Loris Robassa © Qdpnews.it).
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