A Pederobba la “caccia all’appestato”: le dicerie di paese accusano ingiustamente una famiglia di avere il coronavirus

La vittima di questo equivoco è in primo luogo un’ottantenne che, pur rimanendo in casa, ha riscontrato un’ostilità pungente da parte del vicinato che, nelle poche faccende trascorse fuori di casa, è stata accusata di infrangere la quarantena e di mettere a rischio tutti gli altri.

A lanciare l’appello sui social network è stato il figlio, anch’esso ritenuto “infetto” per via della vicinanza alla madre: “Non ho scritto per polemizzare – dichiara – l’ho fatto perché mi dispiace vedere mia madre di ottant’anni, piangere sul divano, perché ritenuta un’appestata”.

È risaputo che in un piccolo paese capita che le chiacchiere si diffondano a macchia d’olio, diventando notizie e, soprattutto in questo periodo delicato, che creino confusione e malintesi, ma l’esempio, secondo la famiglia, è testimone di un panico generale del tutto privo di buon senso.

Il fatto che, ovviamente per preservare la privacy, i contagi in quarantena domiciliare non vengano localizzati potrebbe contribuire ad alimentare una caccia alle streghe.

Scarseggia in alcuni, quindi, la fiducia nei confronti dei sistemi di isolamento e tutela dell’organizzazione sanitaria del comune: a Pederobba, i sei casi finora trovati positivi, sono monitorati e non possono certamente uscire di casa.

Noi stiamo bene, ma il mio appello è di trattare questa cosa con intelligenza”, ribadisce il figlio della donna, che deve spostarsi per motivi lavorativi all’interno del comune di Pederobba e che si dichiara autorizzato a farlo.

“Se qualche poliziotto di quartiere avesse un dubbio e volesse una documentazione del nostro stato di salute, saremo felici di fornirgliela” conclude. Non avendo affrontato alcun tampone e dichiarandosi del tutto in salute, senza mostrare sintomatologia né precedenti di febbre o contatti diretti con altri casi, la famiglia può dirsi in diritto di svolgere le azioni necessarie fuori di casa.

Così il Covid-19 si dimostra un nemico anche quando non c’è: la separazione fisica, necessaria, tra le persone, viene amplificata da una separazione ancora più grave, quella della comunità in momenti come questo, quelli in cui la collaborazione, il sostegno e il buonsenso sono le uniche strade percorribili verso un miglioramento.

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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