I riflessi negativi dell’emergenza Coronavirus hanno condizionato le manifestazioni in calendario nel territorio di Pederobba. Tra gli appuntamenti principali la Festa del fagiolo borlotto nano di Levada: da anni una vetrina importante per la promozione e la vendita del famoso legume che si tiene nel mese di settembre.
Uno stop alla manifestazione arrivato anche dal parroco di Covolo, che ha negato il permesso agli organizzatori della Pro Loco, soprattutto per il fatto che l’area interessata alla manifestazione è di pertinenza della parrocchia.
Il rinvio della manifestazione potrebbe penalizzare la commercializzazione del prodotto viste le buone previsioni di raccolta.
Gli organizzatori dell’evento, tuttavia, non si sono persi d’animo nel cercare valide alternative nella vendita del prodotto, sostenendo in questo modo il lavoro degli stessi produttori della Confraternita del Fagiolo borlotto nano di Levada, presieduta da Genoveffa Zavarise.
“Sono stati individuati dei punti strategici di vendita nell’area del supermercato Famila di Covolo, nella piazzetta adiacente al bar “Via Vai” sempre a Covolo, all’inizio del ponte di Vidor” ha annunciato Agostino Vendramin, una delle colonne portanti della manifestazione”.
“Inoltre – prosegue Vendramin – abbiamo contattato i ristoratori della zona, invitandoli a proporre il Borlotto nelle proprie tavole. Un’iniziativa che, se ben recepita, permetterebbe di far conoscere il nostro fagiolo e, al contempo, compenserebbe le perdite dovute alla mancata vetrina promozionale della festa settembrina di Covolo”.
Nonostante l’annullamento della festa, non mancherà l’elezione di “Miss Fagiolo”, mentre è in cantiere il concorso letterario che avrà come protagonista il Borlotto Nano Levada.
Il legume pederobbese (nella foto un campo a Onigo), tra le varietà presenti in Veneto, risulta essere tra le più particolari e la sua coltivazione è praticata anche al di fuori del territorio comunale, da Cavaso del Tomba, Possagno, Cornuda e Crocetta del Montello.
Una coltivazione che gli agricoltori della Pedemontana già ad inizio secolo praticavano sfruttando gli spazi lasciati nelle coltivazione del mais o tra i filari dei vigneti.
Soltanto agli inizi degli anni Sessanta e Settanta ebbe il suo maggiore sviluppo, tanto da ritagliarsi un proprio spazio tra i prodotti della terra.
(Fonte: Giovanni Negro © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it