“Basta femminicidi!”, presto un testo unico sulla violenza di genere: “Lavoriamo sull’indipendenza economica delle donne”

L’evento “Insieme nella lotta contro la violenza di genere” a Pederobba

Venerdì 1° marzo la palestra di Pederobba ha ospitato l’evento “Insieme nella lotta contro la violenza di genere” organizzato dal Circolo Culturale “San Bastian” con la collaborazione del Comune di Pederobba, la Pro Loco e gli Alpini del paese.

Il convegno, purtroppo, è andato in scena a pochi giorni dalla morte della 41enne Sara Buratin, uccisa a coltellate dal marito a Bovolenta in provincia di Padova.

Presenti il sindaco Marco Turato, il vicesindaco Sabrina Moretto, l’assessore Fabio Maggio, i consiglieri comunali Maria Antonietta PerozzoLuciana Fastro e Alessandro Berlese, l’ex sindaco e onorevole Raffaele BarattoFederico Bonetto, presidente del circolo culturale “San Bastian”, il professor Agostino Vendramin, presidente delle Opere Pie d’Onigo, oltre a diversi rappresentanti delle realtà associative del Comune.

Dopo i saluti del presidente Bonetto, il sindaco Turato ha sottolineato che, nonostante gli sforzi delle istituzioni per sensibilizzare la popolazione al contrasto alla violenza nei confronti delle donne, questo fenomeno non accenna a diminuire.

“Ci preme sollecitare gli adulti – ha detto il primo cittadino di Pederobba – a insegnare il rispetto delle persone. Faccio un appello ai legislatori: quando un uomo decide di uccidere una donna, la denuncia, l’allontanamento o il braccialetto servono a poco. Questi individui dovrebbero essere chiusi dentro una stanza per farli riflettere e calmare. Pensavamo che il caso di Giulia Cecchettin facesse da argine a questo fenomeno, invece le donne continuano ad essere uccise”.

Sul tavolo dei relatori erano presenti l’onorevole Martina Semenzato, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, il magistrato Valerio De Gioia, consigliere della Prima Sezione Penale della Corte di Appello di Roma specializzato in reati da Codice Rosso (violenza domestica e di genere), il capitano Vincenzo Ferraiuolo, comandate della Compagnia Carabinieri di Montebelluna, e il maresciallo maggiore Filippo Alessio, comandante della Stazione Carabinieri di Pederobba.

“I femminicidi – ha sottolineato l’onorevole Semenzato – non si risolvono solo attraverso una legge, perché dobbiamo partire dalla cultura. Serve un nuovo patto tra le famiglie, la scuola, la società e anche la politica. Ho voluto che la Commissione che presiedo, composta da 36 commissari, fosse super partes. Purtroppo, nei femminicidi e nella violenza di genere, la mano spesso è la stessa che prima la donna amava. Nel dubbio la donna deve denunciare sempre e rivolgersi alle forze dell’ordine e ai centri anti-violenza. Gli uomini maltrattanti vanno chiamati criminali e noi tutti dobbiamo riappropriarci della cultura del rispetto e della prevenzione”.

“Per contrastare efficacemente questo fenomeno è fondamentale la rete – continua -. Alla Commissione che presiedo ho voluto dare un indirizzo specifico: lavorare sull’aspetto culturale degli uomini. Un altro grosso problema, sul quale dobbiamo insistere a livello di sensibilizzazione, sono le donne non economicamente indipendenti. I temi sui quali dobbiamo impegnarci sono la prevenzione, la sensibilizzazione e l’aiuto nella conoscenza degli strumenti che le donne hanno a disposizione per difendersi in caso di violenza”.

“La soluzione di aumentare le pene non ha sortito gli effetti sperati – ha aggiunto il magistrato De Gioia -. La non indipendenza economica molte volete impedisce alla donna di denunciare. Per questo, vanno visti con favore strumenti come il reddito di libertà, l’assegno di inclusione e lo sgravio contributivo per l’imprenditore che assume a tempo indeterminato la donna che si trova in queste situazioni. Io sono stato nominato consulente giuridico su questo tema e credo nell’importanza dell’educazione all’indipendenza economica fatta nelle scuole”.

Più volte durante l’incontro si è parlato della necessità di lavorare sull’indipendenza economica e “mentale/psicologica” delle donne vittime di violenza.

“Nell’ultimo periodo – ha evidenziato il comandante Ferraiuolo – abbiamo registrato un notevole aumento della presentazione delle vittime di violenze e delle denunce alle forze dell’ordine. Volevo riportare un esempio concreto: recentemente abbiamo avuto una segnalazione di un litigio in strada da parte di un cittadino, una vicenda che in altri tempi sarebbe passata inosservata. Ora, dopo gli ultimi casi di femminicidio e dopo le riflessioni che hanno coinvolto l’opinione pubblica, si sta molto più attenti”.

L’onorevole Semenzato ha parlato anche del ruolo dei media e dell’importanza della formazione nelle scuole, negli ospedali, con i medici di base, gli avvocati e i magistrati (per evitare una seconda violenza durante il processo), senza dimenticare la necessità di dare strumenti concreti alle forze dell’ordine.

“La Legge Roccella – ha ricordato il magistrato De Gioia – ha implementato le misure di prevenzione. Ricordiamo anche l’ammonimento del questore (il soggetto ammonito può rimettersi in carreggiata), la procedibilità d’ufficio, la possibilità per chiunque di denunciare (vicino di casa testimone delle violenze) e la flagranza differita. Tante donne, nell’ultimo periodo, hanno fatto ricorso all’ammonimento e alla flagranza differita”.

Durante l’incontro si è parlato dell’importanza di raccontare anche le storie delle donne che ce l’hanno fatta e dell’indegnità a succedere per il criminale autore di violenze di genere.

“Stiamo lavorando – ha affermato l’onorevole Semenzato – ad un testo unico per avere una visione organica delle norme a tutela delle donne. Siamo a buon punto, speriamo di arrivare a questo risultato prima dell’estate”.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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