Camionista sequestrato, individuati i responsabili della rapina al furgone. I due basisti erano suoi colleghi di lavoro

Sono stati individuati dai Carabinieri della Compagnia di Montebelluna i presunti autori della rapina con sequestro di persona commessa ai danni di un autotrasportatore il 2 agosto del 2019 (qui l’articolo).

Il fatto è accaduto a Ponte delle Alpi, e ha visto protagonisti sette uomini di nazionalità rumena provenienti dalle province di Treviso, Brescia e Vicenza cui è stato notificato, nelle scorse ore, l’avviso di conclusione indagini della Procura della Repubblica di Belluno che ha coordinato l’attività dei militari dell’Arma montebellunese.

Accusa di furto aggravato in concorso per i tre stranieri che la sera del 1° agosto 2019, a Volpago del Montello, avevano rubato l’Alfa Romeo Giulietta utilizzata il giorno successivo per compiere la rapina: si tratta di M.F.C., 36 anni, residente in provincia, B.F., 41 anni, senza fissa dimora e con precedenti. Infine M.S.F., 31 anni, che abita nel bresciano e anch’esso conosciuto alle forze dell’ordine.

I tre comunque, in concorso con altri quattro connazionali (S.V., 44enne, residente in provincia, M.G. coetaneo da Brescia, con precedenti. C.L.C., 29 anni e L.G., di 31 anni sempre della provincia di Brescia, dovranno rispondere anche del reato di rapina, sequestro di persona e lesioni personali ai danni di un autotrasportatore 50enne di Bassano del Grappa, dipendente di una ditta di trasporti di Rosà, a cui è stato portato via il furgone con al suo interno più di mille occhiali “griffati” prodotti da una ditta di Longarone per un valore complessivo di circa 91.000 Euro.

La rapina avvenne nella serata del 2 agosto 2019 quando, alle ore 18 circa, la Centrale Operativa della Compagnia dei carabinieri di Montebelluna, era stata allertata dal figlio del titolare della birreria Petra Rubla di Curogna (Pederobba), poichè si era presentato lì un uomo, completamente bagnato, semi bendato e con i polsi legati alla schiena, che chiedeva aiuto, raccontando di essere stato bloccato e rapinato del furgone con il carico.

Poi la vittima aveva raccontato di essere stato abbandonato dai sequestratori in una zona boschiva isolata, riuscendo solo successivamente a liberarsi dalla corda con la quale era stato legato ad un albero.

Le indagini hanno permesso di documentare l’utilizzo da parte dei rapinatori di tre autovetture, una Peugeot 206 e una Fiat 500 Abarth di loro proprietà, e un’Alfa Romeo Giulietta cui veniva posto un lampeggiante di colore blu sul tettuccio (per simularne chiaramente l’utilizzo da parte di operatori di polizia), rubata il giorno precedente a Volpago.

Le successive indagini degli investigatori dei carabinieri hanno permesso di ricostruire le varie fasi della rapina e identificare i rapitori-rapinatori.

E’ emerso che il furgone, infatti, condotto dall’autotrasportatore, era stato pedinato durante tutto il suo tragitto, sin dalla partenza dalla ditta di Rosà, nel corso del quale l’uomo effettuava consegne e ritirava ulteriore merce, per arrivare a Longarone dove il malcapitato aveva prelevato più di 1000 pezzi di occhiali di pregio da una ditta del posto.

Poi il furto e le violenze subite dall’uomo. Le indagini hanno permesso di raccogliere dati fondamentali di tutti gli autori del fatto, evidenziando il ruolo di C.L.C., e L.G. come “basisti”: erano loro i dipendenti “infedeli” della ditta di trasporti vicentina venuti a conoscenza della “preziosa” spedizione.

Nel corso delle indagini parte della refurtiva è stata poi recuperata e restituita.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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