Cerimonia all’Ossario dei Caduti francesi: a tramandarne la memoria anche l’ambasciatore transalpino in Italia Christian Masset

“Il popolo italiano e quello francese saranno legati per sempre – ha esclamato l’ambasciatore francese in Italia, Christian Masset, per la prima volta partecipe alla cerimonia del 4 Novembre a Pederobba -. Il 26 di novembre l’Italia e la Francia hanno firmato un trattato di amicizia, che è figlio di questo legame”. Davanti a lui, raccolti all’interno dell’ossario militare francese, erano schierate le rappresentanze civili e militari del nostro territorio, i sindaci, le associazioni d’arma, ma anche gli studenti perché – come ha detto lo stesso ambasciatore – “abbiamo il dovere collettivo di imparare queste storie, per non ripeterle”.

Lo schieramento all’interno dell’Ossario.

Al suo fianco erano presenti l’ammiraglio Jérôme Theillier, addetto militare dell’ambasciata, e il sindaco Marco Turato. Proprio a quest’ultimo sono stati fatti dei ringraziamenti per aver portato avanti ogni anno questa celebrazione, con grande impegno dell’amministrazione e degli organizzatori. Non è stato semplice, infatti, allestire la cerimonia negli spazi interni dell’ossario, per prevenire il maltempo. “Sarebbe stato bello celebrare il 4 Novembre al sole, davanti al monumento – ha commentato Agostino Vendramin, moderatore della giornata – ma in compenso questo maltempo ci avvicina di più a quelli che furono quei giorni di guerra, quando gli uomini stavano per giorni in mezzo al fango e alla pioggia”.

Jérôme Theillier, Marco Turato e l’ambasciatore Masset.

Prima dello svolgersi della cerimonia ufficiale, Vendramin ha introdotto alcuni episodi nei quali l’intervento francese si è rivelato fondamentale per la Vittoria, come la conquista del Monte Tomba e l’attraversamento del Piave, reso possibile grazie alla collaborazione tra i due eserciti. “C’è ancora un monumento vicino all’attuale Cementi Rossi che segna il passaggio delle divisioni francesi per liberare l’Italia dall’occupazione austriaca, nell’ottobre del 1918, quindi poco prima dell’armistizio” spiega Vendramin, proiettando poi due video, uno dell’Istituto Luce e l’altro proveniente da un archivio francese.

Nel lungo corridoio dell’ossario hanno sfilato a turno prima le bandiere italiana e francese, poi è stato il momento del cero, una candela accesa dagli studenti e portata davanti all’altare, simbolo della speranza e accompagnata dal brano “Signore delle Cime”, suonato magistralmente dalla Banda di Pederobba. Dopo la posa delle corone, una corista pederobbese ha intonato La Marsigliese-Chant de Guerre pour l’Armée de Rhin, per poi lasciare spazio ai discorsi del sindaco Turato e dell’ambasciatore Masset.

La deposizione delle corone.

“È un onore per Pederobba ospitare questa celebrazione in ricordo ai Caduti di tutte le guerre e mi auguro che questo sia un monito e un insegnamento alle nuove generazioni affinché queste guerre non capitino mai più. Voglio ringraziare di cuore l’avvocato Forlin, che ha dato l’anima per questa giornata assieme allo staff dell’ambasciatore, impegnandosi nell’onorare i Caduti che riposano in queste terre”.

Il discorso dell’ambasciatore Masset.

“Vorrei ricordare che le prime truppe francesi arrivarono nel 1917 anche in quest’area – ha spiegato l’ambasciatore -. Il 12esimo reggimento non fece a tempo a partecipare ai combattimenti nel ’17, ma nel 1918 si unirono alla battaglia. Sono stati 100mila i soldati francesi su questa terra. Abbiamo un cimitero italiano in Francia (a Bligny) che è l’eco di quest’ossario: lì riposano cinquemila soldati morti in Francia. In quest’ossario c’è della terra prelevata da lì, come sodalizio del sangue versato”.

L’incontro con la delegazione rappresentante il Senegal.

Non tutti i soldati francesi erano in origine provenienti dalla Francia: alcuni erano nativi delle colonie, per esempio dal Senegal: una terra lontana, che molti di loro non hanno potuto mai più riabbracciare. Una sezione della cerimonia è stata dedicata anche a questi nomi, con una deposizione floreale in una sezione dedicata proprio al Senegal.

Il corteo al termine della cerimonia.

Al termine della cerimonia, il sole ha concesso ai partecipanti di rendere un saluto anche alle due grandi sculture presenti sulla facciata dell’ossario, figure femminili che simboleggiano la Francia e l’Italia, assieme per sorreggere sulle ginocchia ben 900 soldati, 12 dei quali privi di un nome e un cognome.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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