In questo nuovo appuntamento settimanale di Qdpnews.it con la fauna selvatica dell’Alta Marca Trevigiana, il tecnico faunista Fabio Dartora, esperto in monitoraggio della fauna selvatica, ha scelto di occuparsi della Pavonia Maggiore (saturnia pyri) la falena più grande d’Europa.
“Tra fine aprile e metà maggio – spiega Dartora – escono dai bozzoli le grandi falene che hanno una densità molto bassa: vederle dal vivo, infatti, non è così frequente. La Pavonia Maggiore ha colori molto scuri e presenta nelle grandi ali un disegno simile “all’occhio” delle piume copritrici del pavone maschio. Questi disegni li sfoggia nelle situazioni di pericolo e aprendo le ali cerca di assomigliare alla faccia di un gufo o comunque a qualcosa di molto inquietante per spaventare il più possibile l’aggressore”.
“La pavonia – precisa il tecnico faunista originario di Pederobba – da adulta vive pochissimi giorni, giusto il tempo di accoppiarsi e deporre le uova, poi muore lasciando la vita racchiusa nelle coriacee uova color argento sporco. La pavonia da adulta non si nutre, poiché il suo apparato boccale è atrofizzato, praticamente vive per accoppiarsi. I suoi bruchi si nutrono di foglie di alberi da frutto come peri, meli e susini ed è proprio questa è la causa del suo declino”.
“Fino a 30 anni fa – aggiunge l’esperto in monitoraggio della fauna selvatica – non c’erano i giardini ornamentali di oggi, con aceri giapponesi e olivi, ma solo cortili ampi dove non mancavano mai dei peri antichi, il melograno, il fico, il ciliegio, il giuggiolo e ogni sorta di susini come le gocce d’oro e i così detti “Amoi”, piante resistenti alle malattie che non venivano trattate con nulla o, forse, solo con un po’ di verderame ma quasi mai”.
“L’ambiente – conclude – era ricco di biodiversità e nei prati si trovavano moltissime varietà di erbe spontanee: ovviamente in questo contesto era molto più facile la vita per queste falene. Alla fine dell’estate, i bruchi si incrisalidano dentro ad un bozzolo costruito con un filamento durissimo e marrone. Lì dentro, al sicuro, la metamorfosi avanza finchè, alla fine di aprile, esce la più grande delle falene, la mitica Pavonia Maggiore”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Fabio Dartora).
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