La Grande Guerra e la ritirata di Russia nella mostra di “vetrate” degli alunni delle medie

Sabato 16 marzo, dopo la cerimonia di intitolazione al 7° Reggimento Alpini di Belluno dell’area-parcheggio situata vicino al giardino “Ai diritti dei bambini” e all’Istituto Comprensivo di Onigo, nell’oratorio parrocchiale c’è stato il taglio del nastro di un’originale mostra di vetrate.

Presenti il sindaco Marco Turato con la giunta e i consiglieri comunali, Sebastiano Favero, presidente dell’Associazione Nazionale Alpini, il comandante del 7° Reggimento Alpini, colonnello Andrea Francesco Schifeo, il consigliere provinciale Claudio SartorFranco Giacomin, presidente Ana Treviso, Alessandro Ciet, capogruppo degli Alpini di Onigo, e Katia Fuson, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Pederobba.

Si tratta di un’opera realizzata in passato dagli studenti dell’Istituto comprensivo di Pederobba, con il prezioso supporto degli Alpini di Onigo. La carta velina sostituisce il vetro, il cartoncino nero traforato sostiene le tassellazioni colorate che riempiono grandi superfici per diventare una magica parete di “luce diversa”.

“Queste vetrate sono state ideate e create dal professor Riccardo Cunial – spiega Francesco Suman – insieme al professor Franco D’Alessandro, a Gianantonio Codemo e al sottoscritto, ma principalmente dai ragazzi della scuola media. Loro sono gli artefici. Sulla parte sinistra è rappresentata la Grande Guerra, realizzata in occasione del centenario”.

“Partendo da sinistra – continua -, troviamo la portatrice che rappresenta tutte le donne che hanno collaborato, gli Alpini e l’artiglieria da montagna, la fanteria, i bersaglieri, il Genio Militare, l’aviazione simboleggiata dall’aereo di Francesco Baracca, le chiese di Onigo e Pederobba distrutte, le crocerossine, l’uomo blu immagine della sofferenza e i profughi. Viene rappresentato tutto quello che è accaduto in guerra nel paese di Pederobba”.

“Nella parte destra – conclude -, troviamo un’altra vetrata che prende spunto dal libro di Giulio Bedeschi sulla ritirata di Russia. Qui c’è una sofferenza diversa. Neve, freddo, isbe (tipiche abitazioni rurali russe) e bombardamenti. Anche qui i ragazzi hanno interpretato quello che era scritto sui libri. A far da cornice a queste due vetrate c’è un mosaico: il Monte Grappa. Per me è la ‘montagna triste‘ perché ha sofferto tanto, troppi sangue, feriti e morti. Io la chiamo così perché il suo cuore di pietra versa ancora delle lacrime. A coprirle una fitta nebbia, spazzata via da un vento gelido che copre il dolore. Poi un raggio di sole”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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