Le Opere Pie d’Onigo rispondono alla vertenza sindacale: “Sempre attenti ai nostri dipendenti, niente risorse aggiuntive per la perdita di esercizio”

Le Opere Pie di Onigo
Le Opere Pie di Onigo

“Le Opere Pie d’Onigo sono sempre state attente ai dipendenti”: è questa la risposta dell’ente alle dichiarazioni della Fp Cgil di Treviso e della Cisl Fp Belluno Treviso in merito ai “mancati adeguamenti economici dei fondi contrattuali previsti dai relativi contratti di lavoro Enti Locali e Sanità per i 230 lavoratori e lavoratrici impiegati al centro di servizi Opere Pie D’Onigo”.

Per questo le Opere Pie d’Onigo, presiedute dal professor Agostino Vendramin, hanno ritenuto di dover puntualizzare alcuni aspetti.

“Il personale delle Opere Pie – commentano dalla struttura -, rispetto ad altri centri di servizio, è quasi tutto dipendente dell’ente e non esternalizzato a cooperative, con stipendi più alti e con garanzia di continuità di lavoro. Ciò rende anche più qualificanti le prestazioni socio-sanitarie. Il personale oss e infermieristico è altamente al di sopra degli standard regionali per garantire maggior servizio alla persona, rendendo più agevole il lavoro degli operatori”.

Il nuovo contratto collettivo nazionale del reparto sanità e funzioni locali – continuano – è stato interamente applicato dall’ente, mentre dei fondi delle risorse decentrate, che sommano a 843 mila euro per entrambi gli anni (2021 e 2022), sono stati già erogati 709 mila euro per il 2021 e 746 mila euro per il 2022. Perché non sono stati erogati quegli 83 euro all’anno di cui parlano le rappresentanze sindacali? Perchè la perdita di esercizio legata ai due anni in questione (Covid nel 2021 e aumento vertiginoso dei costi energetici nel 2022) non permetteva di stanziare ulteriori risorge aggiuntive ai fondi dei lavoratori”.

I sindacati, infatti, sostengono che le Opere Pie d’Onigo non rispettino le norme stabilite dai due ultimi rinnovi dei contratti collettivi nazionali di riferimento, togliendo 83,20 euro all’anno ai dipendenti per un importo totale di circa 20 mila euro “trattenuti” dall’ente.

“Ribadiamo – dichiara il presidente Vendramin – che non siamo assolutamente inadempienti nel rinnovo contrattuale come sostengono i sindacati, perché siamo sempre stati aperti ai tavoli contrattuali, tanto che nel 2023 viene ripristinato interamente il fondo accessorio. E anche sul punto della vertenza abbiamo incaricato un legale del lavoro per approfondire la questione, avvisando di ciò le stesse rappresentanze sindacali”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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