Lo scorso fine settimana l’Associazione Nazionale Libera Caccia di Pederobba ha iniziato ad utilizzare il drone con termo-camera per prevenire i danni alla fauna selvatica all’interno della RA 17 di Pederobba.
Lo strumento ha permesso di individuare un capriolo nato da pochi giorni che si trovava in mezzo ai rovi.
Il monitoraggio con il drone è servito ad evitare di procurare dei danni ai piccoli ungulati durante le operazioni di ripristino delle zone prative all’interno della Ra 17.
“Negli anni passati non facevamo i lavori in questo periodo per non procurare dei danni ai piccoli caprioli o ad altri animali appena nati – spiegano dall’Associazione Nazionale Libera Caccia di Pederobba – Quest’anno, grazie al drone acquistato con il bando regionale riservato alle associazioni venatorie, siamo riusciti ad anticipare i nostri interventi senza rischiare di disturbare i cuccioli”.
“Stiamo cercando delle collaborazioni con il mondo agricolo – continuano – per poter utilizzare il drone prima che si muovano certi macchinari che possono danneggiare gli animali presenti nei campi. Fino ad ora abbiamo fatto un paio di uscite con gli agricoltori e il nostro obiettivo è quello di garantire la corretta gestione della fauna nel nostro territorio”.
Rispetto alla presenza dei cinghiali nel territorio dell’Alta Marca Trevigiana, l’Associazione Nazionale Libera Caccia di Pederobba ha spiegato che gli esemplari sono sempre molto numerosi.
“Recentemente l’Azienda sanitaria locale è uscita con la determina per l’autoconsumo di carne di cinghiale, senza passare per il macello, per persone formate – concludono dall’associazione – Colui che effettua il prelievo dell’animale deve essere in grado di capire se ci sono delle anomalie per essere sicuri di cosa mangiamo. Per questo continua la collaborazione da parte nostra con l’Ulss 2 per organizzare il corso ‘Persona formata’, il prossimo partirà a fine giugno a Cavaso del Tomba. Per noi è importante il recupero delle zone prative perché ogni cambiamento ambientale comporta spostamenti della fauna che raggiunge le campagne provocando danni alle coltivazioni, senza trascurare gli incidenti stradali”.
I membri dell’associazione hanno approfittato di questo ultimo intervento per ricordare che i piccoli di capriolo “che sembrano abbandonati” non vanno toccati perché farlo vuol dire toglierli dal proprio ambiente.
(Foto: Associazione Nazionale Libera Caccia).
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