La pioggia non ha scoraggiato Tony Fastro, alpino pederobbese che ogni 1° marzo “sveglia la natura” con il suono dei suoi campanacci.
Una tradizione che i lettori di Qdpnews.it – Quotidiano del Piave hanno imparato a conoscere dal 2019, anno del primo video realizzato insieme “All’uomo dei campanacci“.
Anche ieri mattina, 1° marzo 2024, l’amico Franco Mognon si è fatto trovare pronto per immortalare Tony, che è partito presto per la sua missione con un ombrello giallo in grado di “sfidare” anche un uragano.
Per questa speciale occasione, ha indossato un cappello davvero particolare, un omaggio alla primavera che, considerando il maltempo degli ultimi giorni, appare un lontano miraggio.
“Un anno c’era la neve il 1° marzo – ha detto Tony al suo amico Franco -, un anno abbiamo piantato le patate e questa volta ha piovuto. Mi sa che non facciamo più niente. In ogni caso, l’importante è catarse ogni anno“.
Poca gente sulle strade, forse perché ancora nel mondo dei sogni: per questo all’uomo dei campanacci non è restato altro che tornare a casa per bersi un bel caffè, naturalmente corretto Sambuca.
Tutti a Pederobba conoscono e apprezzano Tony che, insieme agli altri Alpini, è sempre pronto a dare il suo contributo nelle manifestazioni del paese.
Secondo alcune indiscrezioni confermate dalla moglie Lucia, nel primo pomeriggio sarebbe andato a fare un riposino, soddisfatto per aver portato a termine anche quest’anno una bella tradizione che nel tempo ha creato grande curiosità in tutto il territorio dell’Alta Marca Trevigiana.
Il 1° marzo, come ha ricordato questa mattina il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ricorre un’altra importante tradizione, quella del “Cao de Ano“.
“Nella Repubblica Serenissima – si legge in una nota del governatore – il Capodanno cadeva il 1° marzo. Una tradizione che pare discendere da un antico calendario in uso prima di Giulio Cesare, e che faceva cominciare l’anno proprio a marzo. La festa del ‘Bati marso‘ si svolgeva appunto negli ultimi giorni dell’anno, e prevedeva di andare in giro per strade e piazze battendo su pentole, coperchi, e altri strumenti rumorosi, facendo confusione per far scappare l’inverno e propiziarsi la primavera. A tutti i veneti auguro buon Capodanno Veneto!”.
(Foto: Franco Mognon).
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