La corte d’appello conferma la condanna a 8 mesi di reclusione per il 52enne imprenditore di Pederobba accusato prostituzione minorile.
I giudici del secondo grado hanno respinto il ricorso della difesa dell’uomo che era accusato di aver adescato, su un sito di incontri omosessuali, un ragazzino appena 15enne convincendolo ad avere con lui, in cambio di 100 euro, rapporti orali.
Una vicenda che aveva profondamente segnato il ragazzino, assistito dagli avvocati Fabio Capraro e Elisa Danieli, tanto da indurlo a tentare per due volte di togliersi la vita.
I fatti risalgono al 2015 quando l’adolescente, per ingenuità si era lasciato adescare dall’imprenditore e da un altro uomo, un 50enne di Pordenone che ha patteggiato una pena di 8 mesi.
A far venire a galla la vicenda era stata la sorella del 15enne che, accortasi del turbamento del fratello, era riuscita a fargli confessare cosa lo angosciasse.
Il ragazzino era finito quasi per scherzo su uno di quei siti del deep web, dove si era imbattuto in alcuni annunci che offrivano un rapporto sessuale in cambio di 50 o 100 euro.
Aveva deciso di provare, attratto dal guadagno facile e dalla prospettiva di incontri clandestini. Così prese accordi con l’imprenditore, che gli aveva dato appuntamento.
Si erano visti nel giugno del 2015, avevano consumato quel rapporto pattuito e lui aveva incassato i soldi. Tutto come previsto. Invece no. Perché subito dopo, per il 15enne erano iniziati i sensi di colpa e un disagio sempre più forte, per aver fatto qualcosa di cui si vergognava ogni giorno di più.
Una sofferenza così profonda, da portarlo poco più di un mese dopo a tentare una prima volta il suicidio con un mix di farmaci e poi una seconda volta, nel gennaio 2016, quando si iniettò una dose di insulina.
Un momento buio dal quale il ragazzo è riuscito a riprendersi grazie all’aiuto di specialisti e della famiglia.
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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