Pederobba, atmosfera da Mille e una Notte nella “Macelleria-Bazar Nakhla”, dove l’integrazione vince sui pregiudizi

Non è una macelleria islamica ma neanche un negozio di abiti etnici, non è una sala da tè e neppure un esercizio commerciale specializzato nella vendita di artigianato del nord Africa perché il “Bazar Nakhla” di Pederobba è tutto questo e molto di più.

Entrare in questo grande negozio sulla Feltrina, che si trova sotto il ristorante asiatico Sushi Panda, è come visitare un bazar mediorientale, nel quale si possono trovare prodotti provenienti da diversi angoli della terra.

Ad accompagnarvi alla scoperta di un mondo ricco di colori sgargianti, profumi inebrianti e sapori sconosciuti saranno il 29enne Eddy Toufiq con il fratello 22enne Youssef e il padre Hamid.

Al primo impatto, il grande bazar colpisce il visitatore per la pulizia, la varietà dei prodotti e la disponibilità del personale, capace di guidare i più curiosi alla scoperta di tante culture differenti.

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La particolarità della “Macelleria-Bazar Nakhla”, infatti, è la divisione dei reparti: dalla zona con i prodotti balcanici a quella con le spezie per realizzare i piatti dell’India o del Bangladesh, dallo scaffale con tante varietà di cous cous al bancone dove il giovane Youssef serve la carne e i salumi halal.

Poi c’è la zona con varie tipologie di Tajine, il classico tegame di origine magrebina, il reparto abbigliamento e un’area dove si possono trovare i tappeti per la preghiera, l’artigianato marocchino e tunisino insieme a molte altre cose.

“Abbiamo aperto questo negozio nel mese di febbraio del 2018 – spiega Eddy con un bel sorriso stampato sul volto – La nostra è una macelleria alla quale abbiamo deciso di abbinare il reparto bazar. Mio padre è arrivato qui in Italia nel 1984 e io sono nato in Marocco ma ho fatto tutte le scuole qui. I miei nonni e lo zio di mio papà erano già dei macellai e questa tradizione è stata tramandata nel tempo”.

“I nostri clienti vengono da tanti Paesi diversi – conclude Eddy -: Marocco, Macedonia, Italia, Tunisia, Pakistan, Bangladesh, India, Egitto, Libano e molte altre nazioni. I primi italiani passavano davanti al negozio e non riuscivano ad entrare perché c’era sempre un po’ di paura. Ogni volta che entrava un italiano, però, dopo ritornava con cinque o sei persone perché, dialogando e spiegando bene le cose, in molti rimangono a bocca aperta e ci fanno mille domande. Io do anche dei consigli su come preparare il tè marocchino e scappa sempre qualche battuta”.

In un momento in cui non si possono raggiungere mete esotiche a causa del Covid, negozi come il “Bazar Nakhla” ci aiutano a conoscere culture lontane senza spostarci troppo da casa.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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