Anche il Coordinamento Aria Che Voglio (Acv) ha voluto esprimersi sullo stop definitivo della Regione Veneto alla proposta di realizzare una vasca di laminazione e una cava per rispondere al problema delle possibili esondazioni del torrente Curogna a Pederobba.
“Il Coordinamento Acv – spiegano dal gruppo – esprime tutta la propria soddisfazione per la mancata autorizzazione di un’opera che si sarebbe rivelata devastante per l’ambiente, la biodiversità, il paesaggio di un territorio meraviglioso e per i cittadini dell’abitato di Curogna, a fronte di un non effettivo né provato rischio idrogeologico. Acv ritiene di poter affermare che tale risultato positivo è stato conseguito anche per merito della fiera opposizione messa in campo dal Coordinamento che ha investito impegno, tempo e competenze per osservazioni e studi indipendenti che si sono rivelati utili ai decisori regionali”.
La questione è nata nel 2014 quando l’amministrazione comunale di Pederobba, dopo aver predisposto uno studio per individuare delle proposte finalizzate a ridurre la vulnerabilità idraulica del torrente Curogna, ha accolto mediante gara la proposta della società Emaprice Spa di realizzazione una vasca di laminazione con conseguente realizzazione di una nuova cava, facendo iniziare in Regione la lunga procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (Via).
“I gruppi e le associazioni del Coordinamento Aria Che Voglio – spiegano dal Coordinamento – hanno denunciano da subito l’inutilità dell’enorme vasca di laminazione (145 mila metri cubi) visto che a memoria d’uomo le esondazioni del torrente Curogna non hanno mai creato danni agli edifici (salvo un unico isolato caso che ha riguardato un garage) e visto che la cassa di espansione già esistente, cioè il bacino naturale del torrente, permette un sufficiente deflusso dell’acqua. Inoltre, il Coordinamento ritiene che la realizzazione dell’opera sia devastante per l’ambiente, la biodiversità e il paesaggio di un territorio naturale meraviglioso (oltre alla vasca una nuova cava di circa 150 mila metri quadrati, l’ottava nel Comune di Pederobba)”.
“Nel corso della procedura il Coordinamento Acv ha presentato diverse osservazioni e controdeduzioni sulla realizzazione di tale progetto – proseguono – sollevando anche problematiche idrogeologiche (presenza di faglia attiva e presenza di acqua), ambientali, faunistiche, paesaggistiche ed anche uno studio idraulico redatto a proprie spese che di fatto conferma l’inutilità del bacino che s’intende realizzare. Dal 2015 il
Comitato Via regionale si occupa di valutare il progetto raccogliendo osservazioni e pareri dei diversi enti. Nel settembre 2017 viene emesso il primo parere di non accoglimento dell’istanza a cui fa seguito la presentazione di un progetto di variante in riduzione da parte di Emaprice”.
“Per la seconda volta nel giugno 2019 il Comitato Via Regionale esprime un parere non favorevole alla realizzazione del progetto – concludono – Ancora una volta la ditta proponente presenta ulteriori studi e documenti con l’obiettivo di superare i motivi ostativi espressi dal Comitato Via e ancora una volta anche il Coordinamento Acv presenta ulteriori osservazioni volte a contrastare il progetto. Il 6 maggio 2020 il Comitato Tecnico Regionale Via ha definitivamente confermato il parere non favorevole di compatibilità ambientale che la Giunta Regionale ha fatto proprio con apposito decreto in data 11 giugno scorso”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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