Attraverso la sua terribile esperienza, il pederobbese Nicola Quer (nella foto) ha voluto lanciare un appello personale ai suoi concittadini e non solo, con un video messaggio dal suo letto dell’Ospedale di Montebelluna dove è ricoverato dallo scorso 19 marzo colpito dal Covid 19 (qui il video).
All’inferno e ritorno, con grossi patemi per questa seconda uscita, Nicola, 56enne responsabile commerciale di una azienda calzaturiera del montebellunese, sta finalmente vedendo la luce, da quel tunnel buio nel quale si era infilato lo scorso mese di marzo quando aveva accusato i primi sintomi del male, con la febbre che si stava avvicinando ai 40 gradi di temperatura.
“Avevo accusato i primi sintomi di febbre il lunedì, ho chiamato il mio medico di base, senza risposta, altrettanto silenzio, da parte della guardia medica e allora visto il perdurate dello stato febbrile, il giovedì non mi è rimasto che chiamare il 118 con il conseguente ricovero per un paio di giorni in medicina generale – commenta Nicola.
Da quel periodo non ricordo più niente. Dei venti giorni da intubato mi sono svegliato in sala di rianimazione, dove sono stato trattenuto per quindici giorni e poco meno in terapia intensiva. Un incubo che non auguro a nessuno. I medici mi hanno detto che sono stato preso per i “capelli”, se sono vivo lo devo a loro” – confessa Quer.
“L’ultimo passaggio dove si trova da questa mattina, il reparto di medicina fisico riabilitativa. “Ho perso la muscolatura, non riesco nemmeno a fare 30 metri a piedi, una brutta bestia questo virus” – racconta Nicola.
“Il contagio? Chissà dove è avvenuto – continua -. A gennaio sono stato in Fiera a Riva del Garda dove sono stato a contatto con diversi cinesi, quindi a Milano sempre in Fiera, difficile saperlo, l’unico dato certo è quello di aver visto la morte in faccia ed è per questo che su suggerimento di molti amici ho pensato di sensibilizzare le persone a osservare le normative, mi dicono che ci sono ancora tante persone che vanno in giro senza mascherine e non osservano le ordinanze“.
“L’ultima delibera del Governatore Luca Zaia con questa nuova apertura mi preoccupa, non dobbiamo sottovalutare la cosa perchè nessuno è immune a questo virus, non siate egoisti, altrimenti fate del male al vostro prossimo. Qui in ospedale i medici nel reparto Covid hanno ancora tanta paura e non nascondono che il virus possa svilupparsi ancora in modo esponenziale – sottolinea -. Per questo non bisogna abbassare la guardia”.
“Infine non manca di spezzare una lancia a favore dei sanitari del reparto del San Valentino, dal primario Moreno Agostini agli infermieri, agli operatori socio sanitari e a tutto il personale. Siamo seguiti nel miglior modo possibile, i rapporti umani sono eccellenti e ci danno coraggio ogni minuto, questo è molto importante per uscire definitivamente da questo incubo e non solo, visto che posso dire di aver visto la morte in faccia” – conclude Nicola Quer, in attesa di lasciare definitivamente alle spalle quel nemico invisibile che mai avrebbe voluto incontrare nella sua strada.
(Fonte: Giovanni Negro © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Nicola Quer).
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