Consegnare ai fedeli pederobbesi la loro chiesa parrocchiale con un tetto nuovo che possa accoglierli in sicurezza: è questo il desiderio di don Paolo Bonato, parroco di Pederobba, prima di terminare il suo incarico in paese.
Bonato, che tra poco compirà 78 anni, ha ricordato il periodo in cui pioveva dentro l’edificio religioso, senza dimenticare le preoccupazioni di tutte le persone che frequentano la chiesa.
“Sono decenni che aspettavamo questo intervento – spiega don Paolo – Per fine febbraio dovrebbero terminare i lavori e poi verranno ridipinte le facciate esterne della chiesa. La gente ha dato abbastanza e poi sono arrivati dei contributi dalla Chiesa Cattolica Italiana, un po’ dal Comune di Pederobba e da qualche attività del paese. Speriamo bene di concludere tutto al meglio. Prima di andare in congedo mi auguro di lasciare la chiesa con un tetto sicuro”.
Tra i pensieri del sacerdote non ci sono solo aspetti “materiali” perché, dopo due anni di pandemia, la gente inizia a manifestare segni importanti di insofferenza che, talvolta, si ripercuotono anche sulla fede.
“La mia preoccupazione principale è che ci si lasci impressionare troppo dalla pandemia e che ci si chiuda al pensiero di un Dio che salva – aggiunge il parroco pensando agli effetti del Covid – Mi preoccupa l’angoscia che tanti portano in sé, non avendo questo punto di riferimento che era piuttosto marcato nei decenni passati, quando si pregava in tempo di difficoltà. Molti hanno perduto il senso della vita, il perché siamo a questo mondo, soprattutto i giovani ma anche tanti anziani hanno perso lo smalto della fede. A loro pare che la morte sia l’abisso: non hanno speranza, questo è il grosso problema principale”.
“Questa paura della morte si sviluppa a tal punto che molti desiderano morire e questo non va bene – continua – Dobbiamo rispettare le misure per la prevenzione del virus, tenendo conto in modo ragionevole di tutto quello che ci viene detto, ma senza farlo con l’angoscia. Questa chiusura verso Dio porta alcuni a chiudersi nelle case e per i più giovani a perdere il gusto della vita. Hanno pochi contatti e alcuni relativizzano il valore stesso della vita e, collegandosi alla pigrizia che sta dentro di noi, abbandonano la frequenza alla messa in chiesa e, per alcune famiglie, anche al catechismo”.
Don Paolo ha deciso che la catechesi nella sua parrocchia riprenderà da lunedì 17 gennaio 2022 in poi.
“In questi due anni alcune persone – conclude -, troppo preoccupate per i loro anziani, mi chiedevano di non andarle a trovare in casa ma in genere vengo accolto volentieri perché mi vedono armato di bottiglietta sanificatrice e di mascherina. Poi parlo da lontano, chiedo permesso e sto distante. Si vedono pochi giovani in giro: prima di tutto c’è un problema di natalità, che è crollata, e poi i ragazzi sono a presenza alterna e non prendono mai una decisione ultimativa. Spesso neanche i genitori hanno preso una decisione seria se non quella di lasciarsi inviluppare dalle cose da fare”.
Il parroco di Pederobba, che nonostante tutto resta ottimista per il futuro, ha voluto ringraziare chi lo ha aiutato in parrocchia in questi due anni di pandemia: le persone che, alla fine di ogni celebrazione, passano per i banchi a sanificare, le catechiste, impegnate anche spiritualmente, gli alpini che svolgono diversi servizi come sfalciare l’erba e tagliare la legna e tutti coloro che cercano di sostenere il sacerdote in generale.
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