Tante persone sono rimaste colpite dal coraggio dimostrato dal giovane Filippo e da Mario Gerlin, definiti “gli eroi del Piave” per aver salvato le due bambine che rischiavano di annegare nei pressi del cementificio di Pederobba venerdì 2 luglio (qui l’articolo).
Nella stessa occasione Mohsen Lammouchi, 54enne tunisino residente a Caerano di San Marco, ha perso la vita dopo essersi gettato in acqua senza saper nuotare nel tentativo di aiutare la figlia e un’amica.
Mentre il pensiero di tutti va alla famiglia e agli amici del defunto, la comunità di Pederobba intende valorizzare gli unici aspetti positivi di questa tragedia: il coraggio e il grande senso civico dimostrati durante le operazioni di salvataggio delle bambine.
Per questo l’amministrazione comunale di Pederobba ha deciso che nel prossimo consiglio comunale, previsto per metà luglio, consegnerà un riconoscimento al piccolo Filippo e a Mario Gerlin.
“Mi sembra il minimo – ha commentato il sindaco Marco Turato -. Non sappiamo ancora se consegneremo una pergamena o una targa ma il coraggio e il senso civico del bambino e del signore vanno premiati per indicarli come modelli per la società. Rispetto alla tragedia voglio ricordare a tutti, in questo momento di grande dolore, che il fiume Piave bisogna conoscerlo e non è una piscina”.
“Si deve sempre stare attenti quando si entra nel Piave – conclude il primo cittadino di Pederobba -. Purtroppo molto spesso i divieti di balneazione hanno la stessa efficacia dei cartelli stradali con i limiti di velocità. Anche quando andiamo a fare delle passeggiate sulle grave del Piave dobbiamo prestare attenzione perché il fiume è imprevedibile”.
Intanto questa mattina il sindaco di Caerano di San Marco, Gianni Precoma, ha fatto visita ai familiari di Mohsen Lammouchi e ha trovato la moglie e il figlio 17enne, perché la figlia 12enne in questi giorni si trova da un’amica.
“La signora è disperata ed era difficile parlare con lei – ha affermato Precoma -. In casa, oltre al figlio, ho trovato anche alcuni parenti che in questo momento sono vicini alla donna. Mi sono informato e posso dire che la moglie del defunto non sarà lasciata sola ed era già seguita dai servizi alla persona prima di questa tragedia”.
Gli amici ricordano Mohsen come una persona caritatevole e disposta ad aiutare tutti nel momento del bisogno, un uomo speciale che mancherà molto a tutte le persone che lo conoscevano.
Ieri la mamma del giovane Filippo è tornata al Piave, nel punto dove si è consumata la tragedia, per portare un lumino in ricordo del 54enne.
“Continuo a pensare a lui e al dolore per la sua famiglia – ha detto commossa la donna -. Come si può morire così? Non riusciamo ad accettarlo”.
(Foto: per gentile concessione della mamma di Filippo).
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