YAP Festival, in città i talenti emergenti della fotografia per indagare il disagio giovanile attraverso l’arte

Montebelluna si prepara ad accogliere la creatività e il talento della nuova generazione di fotografi con la prima edizione dello YAP FESTIVAL – Young Artists Photo Festival, in programma dal 25 ottobre al 30 novembre prossimi.

Lo YAP Festival si propone come un punto di riferimento e una piattaforma vitale per i giovani artisti dai 18 ai 29 anni, offrendo loro uno spazio unico per esprimere la propria visione del mondo attraverso l’obiettivo. La finalità è chiara: promuovere la crescita artistica e professionale dei ragazzi, in un’iniziativa che, sebbene sia “partita dal basso” su idea di tre fotografi locali, ha subito trovato il sostegno delle istituzioni.

Un progetto istituzionale e di comunità

L’iniziativa nasce dalla volontà dei tre ideatori – i fotografi Daniele Macca, Marco Guerra e Andrea Pellizzer – di trasformare Montebelluna in una galleria a cielo aperto. Come ha sottolineato il sindaco Adalberto Bordin in conferenza stampa: “Circa un anno fa Daniele è venuto in ufficio proponendomi un festival di fotografia rivolto ai giovani. Il nostro coinvolgimento e interazione con le giovani generazioni è pressoché costante, è uno dei dogmi della nostra amministrazione. È uno strumento per far approfondire ai giovani una passione che probabilmente già hanno, chi non ce l’ha potrebbe scoprirla, ma è un modo per socializzare, un modo per riflettere, per creare cultura”.

“Amarsi, oltre le ombre”: la fotografia contro il disagio giovanile

Con il titolo evocativo “Amarsi, oltre le ombre”, il concorso fotografico è un invito suggestivo rivolto ai giovani talenti per esplorare e raccontare i molteplici volti di un sentimento complesso come l’amore, concentrandosi in particolare sul tema del benessere mentale e del disagio giovanile.

Come spiegato dal co-ideatore Daniele Macca, il Festival è nato da una “consapevolezza” di anni e da un incontro toccante: “Non cerchiamo fotografie belle, ma immagini autentiche capaci di restituire emozioni, pensieri e valori che spesso restano nascosti. La fotografia diventa così un linguaggio per condividere ciò che abbiamo dentro, per trasformare il silenzio, il racconto e l’ombra in possibilità di relazioni”.

Il tema ha assunto un significato profondo grazie alla collaborazione con Maurizio Schininà, direttore dello stabilimento Cementi Rossi di Pederobba, papà di Elisa, una giovane designer che si è tolta la vita nel 2021. “La fotografia è come strumento di comunicazione alternativo, come mezzo di dialogo con i nostri figli, quando spesso il dialogo è impossibile” ha dichiarato Maurizio, che sostiene il progetto come sponsor ed è da sempre attivo sul tema attraverso l’associazione “La Voce di Elisa”, nata per combattere lo stigma che accompagna le problematiche legate alla salute mentale.

Un successo oltre ogni aspettativa: opere da tutto il mondo

Nonostante l’idea iniziale fosse quella di partire “con un basso profilo”, i risultati del concorso hanno superato ogni previsione. Marco Guerra ha infatti rivelato: “Inaspettatamente sono arrivate più di 250 immagini da tutto il mondo: dal Bangladesh, dall’India, dal Marocco, dai Paesi Bassi. Siamo stati piacevolmente sorpresi dalla qualità delle immagini raccolte. Abbiamo deciso di selezionare tra le 60 e le 70 immagini che verranno esposte e abbiamo invitato i partecipanti vincitori a prendere parte al festival per confrontarsi e mettere insieme culture da tutto il mondo”.

Mostra diffusa e formazione pratica: YAPoff e i workshop

Le opere dei giovani fotografi non resteranno confinate in un unico luogo. Il percorso espositivo diffuso garantirà la massima visibilità: la mostra fotografica principale sarà allestita al Memoriale Veneto della Grande Guerra MEVE, mentre una selezione di opere sarà esposta nella biblioteca e, grazie alla collaborazione con l’associazione dei commercianti “Il Mosaico”, nelle vetrine dei negozi cittadini, nell’iniziativa denominata YAPoff.

Lo YAP Festival sarà anche un momento fondamentale di formazione e scambio. Il programma di workshop, come illustrato da Andrea Pellizzer, mira a un approccio pratico e completo per “educare le persone a guardare, osservare e costruire l’immagine”. Gli incontri copriranno argomenti che vanno dalla luce e la storia della fotografia fino alla pratica della camera oscura e alla gestione dell’analogico, senza dimenticare temi contemporanei come l’Intelligenza Artificiale e la gestione del colore.

Inoltre, il calendario sarà arricchito da mostre collaterali, tra cui spiccano le esposizioni dedicate al centenario della Grande Guerra, le opere di artisti come Alessandro Gatto e Giuseppe Andretta e una speciale sezione con le fotografie di Elisa. La collaborazione con l’ITS e i dirigenti scolastici dell’ISISS Carlo Rosselli garantirà il coinvolgimento delle scuole, rendendo il Festival un’occasione formativa a 360 gradi.

Lo YAP Festival sarà una vetrina, un vero e proprio spazio per esprimere la creatività, e al tempo stesso un’importante occasione per scoprire e formare i talenti della fotografia del futuro.

(Autore: Francesco Bruni)
(Foto e video: Francesco Bruni)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata

Related Posts