Da oggi qualsiasi escursionista, dotato anche solo di capacità d’osservazione, sarà in grado di identificare una pianta nelle sue specie e peculiarità: anche il Monte Grappa, infatti, inteso come biosfera, si è dotato di un portale digitale che fa da enciclopedia e che può essere utilizzato da chiunque in modo semplice, si potrebbe dire persino divertente.
L’iniziativa è stata voluta e portata avanti da due appassionati di botanica di Fonte, Sergio Ballestrin e Anastasia Sebellin, marito e moglie che condividono una grande passione per le piante spontanee e che collaborano con l’associazione Don Paolo Chiavacci di Pieve del Grappa, curandosi soprattutto di questo tema.
Da anni ormai Sergio e Anastasia collaborano con i professionisti, consegnando rilievi e informazioni sulla vegetazione del massiccio: col tempo, la loro reputazione è diventata tale che, pur considerandosi soltanto degli amatori, i coniugi sono stati inseriti nel Tavolo di lavoro relativo alla Biodiversità della Biosfera Mab Unesco. Condividono il merito di quest’ultima ideazione, un portale digitale da 1600 schede, con l’Università di Trieste e con gli altri membri del Tavolo di lavoro, oltre che con l’associazione.
“Sapevamo che per altri parchi naturali c’era la possibilità di accedere a queste chiavi di riconoscimento, molto accessibili anche per chi non conosce il mondo digitale. Abbiamo pensato che anche il Grappa ne meritasse uno – spiegano gli appassionati. – Nella pratica si tratta di un sistema molto semplice per riconoscere le piante avendole di fronte: rispondendo a delle domande molto facili che propongono due scelte alla volta, vengono escluse varie opzioni, fino a far rimanere una sola opzione, ovvero la pianta che corrisponde alla descrizione fornita. Il fatto che questo portale sia riferito a una zona precisa restringe ulteriormente il campo: se in Italia le specie sono circa 10.000, in Grappa sono 1.600. Nel portale ci sono tutte: dalla flora vascolare agli alberi più grandi”.
Alla presentazione di ieri sera, all’Opera Fondazione Monte Grappa, sono intervenuti anche Annalisa Rampin, presidente dell’Ipa Terre di Asolo e del Monte Grappa, il dottor Enrico Ruzzier, che è il coordinatore del tavolo Mab Biodiversità e il professor Pierluigi Nimis dell’Università di Trieste, che ha lavorato attivamente al fianco dei Ballestrin in questo progetto, assieme al suo team.
“Il lavoro che abbiamo fatto noi è stato quello di scrivere delle note per ogni specie di pianta, che le contestualizzasse nell’area del Grappa, fornendo poi delle fotografie dal nostro archivio fotografico. Per approfondire abbiamo ricercato anche nella storia dell’esplorazione botanica, in altri volumi di nostri amici appassionati e professionisti, per poi mettere assieme tutti questi ingredienti. Il risultato è stata la creazione di due sistemi: un portale e delle guide interattive”.
L’esempio di Sergio e Anastasia spiega come ai piedi del Grappa esistano effettivamente grandi appassionati di naturalismo e botanica, capaci di mettere a disposizione gratuitamente centinaia di ore della propria vita a servizio della ricerca: una ricerca che resta magari con la “r” minuscola, ma che riesce a dialogare con le università e con le istituzioni.
“La mia passione risale all’infanzia – spiega Anastasia – avevo una nonna che raccoglieva le erbe spontanee. Io la seguivo e questo mi ha dato la possibilità di imparare fin da giovanissima a riconoscere le piante singole in mezzo alla moltitudine. Poi questo interesse è continuato con i libri e quando ho conosciuto mio marito, anche a lui piaceva fare escursioni e andare in montagna. Così abbiamo iniziato a seguire le pubblicazioni che sono state fatte e da debuttanti abbiamo iniziato ad andare in cerca di piante rare, scoprendo il loro habitat e addentrandoci sempre più in questo mondo affascinante, fino a collaborare con la Regione per la pubblicazione di Flora del Veneto”.
(Foto: per gentile concessione di Sergio e Anastasia – Qdpnews.it).
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