Il XVIII Reparto d’assalto Arditi torna a Villa Fietta: rievocatori coi pugnali sollevati, per ricordare i Caduti

Per Pieve del Grappa, la cerimonia del 4 novembre è stata l’occasione per ricordare un altro anniversario che, ai piedi del Monte Sacro alla Patria, risulta altrettanto importante: si celebrano infatti in questi giorni, con l’evento di stamane e una mostra di reperti storici, anche i 105 anni della presenza degli Arditi a Villa Fietta.

Lo storico XVII Reparto d’assalto Arditi, istituito il 20 maggio 1918, inizialmente basato a San Zenone degli Ezzelini, finì per essere accantonato in questo sontuoso edificio, oggi nuovamente concesso dalla proprietà degli Istituti Filippin: a quel tempo, il reparto contava due compagnie con dieci ufficiali oltre a circa 620 uomini di truppa volontari.

Come ha spiegato questa mattina Monica Gasparotto, storica e autrice, durante la Battaglia del Solstizio, questo reparto combatté in prima fila nell’area dei Solaroli, con ingenti perdite su tutto il fronte fino a metà luglio, quando venne ricostituito.

Il 24 ottobre, assieme alla fanteria, gli Arditi tentarono la conquista del Monte Pertica, guadagnando e perdendo posizione in una sfibrante guerra di trincea. Era già novembre, esattamente il giorno 4, quando finalmente raggiunsero Fiera di Premiero.

Dopo oltre cent’anni, l’associazione storico culturale che rappresenta questo reparto ha voluto indossare quelle uniformi, assumere quegli atteggiamenti e ispirare quei valori che in quel tempo consentirono all’Italia di sopravvivere alle schegge della guerra: con i pugnali alzati, in una fila ordinata davanti alla facciata di Villa Fietta, al sindaco Annalisa Rampin, alla consigliera regionale Elena Donazzan e alle associazioni d’arma, i rievocatori hanno rispettato e ricordato i Caduti, portando anche il peso di ciò che quelle vesti, di quei fucili, di quelle medaglie rappresentano.

“Simbolicamente, oggi fanno ritorno a Villa Fietta anche quegli uomini che a quel tempo non tornarono” ha commentato il sindaco Rampin, ricordando anche le parole pronunciate a Cima Grappa durante la cerimonia di agosto, rivolte alla Pace e alla Madonnina del Grappa.

“I Rievocatori non sono teatranti” ha commentato l’assessore Donazzan, sugli scalini esterni del cortile della Villa, in linea retta con la bandiera italiana ormai alta sul pennone. “Sentiamo un peso quando mettiamo questa divisa” ha confermato Tiziano Simeoni, presidente dell’associazione.

“Tra le nostre fila, uomini che provengono da tutto il Nord Italia, c’è un ragazzo di diciassette anni: anche lui ha sentito il bisogno di guadagnarsi questa divisa storica. Studiando la storia e lavorando duramente per acquistarne una. Noi ricordiamo quei momenti perché non c’è stato periodo in cui la nazione italiana fosse più unita e orgogliosa”.

Nel segno di questi valori, proprio Simeoni, durante la cerimonia, ha interrotto l’evento e “ordinato” (vestendo il grado di maggiore) ai suoi uomini di aiutare una persona in carrozzina a raggiungere l’evento.

La presenza dei rievocatori faceva parte in un certo senso dell’ampia collezione di reperti visitabile anche in questi giorni, dalle mitragliatrici alle fotografie e ai dipinti dell’epoca, dalle uniformi alle medaglie e agli oggetti personali ritrovati nelle trincee.

Non soltanto soldati, muniti di carabina, pugnale e altre dotazioni regolari, ma anche altre figure civili, distinte quanto umili, per mostrare quanto la Prima mondiale fosse la guerra di tutti e di come sia importante ricordarla come tale.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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