Intervista a Giovanna Frene, tra i 5 finalisti del Premio Strega Poesia 2024

Giovanna Frene

La professoressa Giovanna Frene di Crespano di Pieve del Grappa è tra i 5 finalisti della seconda edizione del Premio Strega Poesia 2024 con l’opera “Eredità ed Estinzione” (Donzelli Poesia).

In paese c’è grande orgoglio per questo importante risultato e sono in molti a incrociare le dita per la proclamazione del vincitore prevista il prossimo 9 ottobre a Roma.

Intervista di Qdpnews.it – Quotidiano del Piave all’autrice Giovanna Frene

Ci parli di lei, dove vive, la sua formazione, il suo lavoro e i suoi interessi

Vivo a Pieve del Grappa, frazione di Crespano, nella casa di famiglia che esiste da circa settecento anni (credo che sia la più vecchia del paese).

È una casa-madre nel vero senso della parola, e ha la particolarità di essere una sorta di palinsesto architettonico, con parti di diverse epoche.

Mi piace sapere che ci sono parti che sono state costruite da mio nonno, come il granaio o parte delle stanze anteriori.

I luoghi non sono inerti, ma sono organismi portatori di memoria. Così anche vivere alle pendici del Monte Grappa ha ovviamente influenzato la mia scrittura poetica.

Quanto alla mia formazione, nell’adolescenza ho studiato flauto traverso. Ho poi studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, specializzandomi anche in incisione. Mi sono laureata in Lettere moderne all’Università di Padova, con una tesi sul mio maestro Andrea Zanzotto, e a Padova mi sono anche addottorata in Storia della Lingua. Attualmente insegno alla scuola media. Oltre alla mia attività poetica, mi occupo anche di critica letteraria; amo molto leggere, andare al cinema, alle mostre e nei musei, e appena posso non rinuncio alle passeggiate sul Massiccio del Grappa.

Come si è appassionata alla poesia?

Durante le superiori ho sempre provato un’attrazione inconscia per i poeti latini, in particolare VirgilioOrazio e Catullo, ma la vera scoperta è stata durante l’Accademia di Belle Arti, dove ho avuto come professore di design un mago della parola come Ennio Ludivico Chiggio.

Da lui ho scoperto la bellezza di fare giochi linguistici e il divertimento di usare un linguaggio elaborato e anche oscuro: e siccome nello stesso periodo avevo iniziato la lettura sistematica di alcuni poeti (Zanzotto, Rosselli, Caproni), ho capito che la mia passione artistica si stava indirizzando decisamente verso la poesia, dopo la musica e le arti plastiche. La poesia, in altre parole, mi appariva come la sintesi delle altre arti. Fondamentale, poi, è stata la conoscenza e l’amicizia con il mio maestro Andrea Zanzotto.

Di che cosa parla Eredità ed Estinzione?

Il grande tema del libro è la storia, con tutte le sue implicazioni, anche etiche, che vanno a influenzare le singole vite come la vita collettiva.

In effetti, il libro va a toccare periodi storici, eventi e personaggi distanti, ma insieme legati dal filo rosso che attraversa tutta la storia europea, ossia il concetto di Imperium: si va dalla battaglia di Adrianopoli nel IV secolo d.C. ai tragici avvenimenti di Mayerling, che preludono alla caduta dell’Impero Austroungarico; dalla Prima guerra mondiale, vista attraverso la lente del diario del fante semicolto Giuseppe Bof (originario dell’allora Crespano Veneto), al bombardamento di Dresda, per arrivare fino al processo a Milošević all’Aja. Ma in tutto il libro tornano segni ricorrenti, come quello del cavallo che richiama costantemente un’Apocalisse incombente.

Cosa ha provato quando ha saputo di essere tra i 5 finalisti della seconda edizione del Premio Strega Poesia 2024?

Ho provato molta gioia, perché non mi aspettavo di raggiungere il grande traguardo della cinquina del Premio Strega Poesia, ma ci speravo davvero con tutto il cuore. Sapevo di aver scritto un buon libro, ma il consenso che ha ottenuto era necessario per avere una conferma, riguardo al suo valore, da parte di lettori altamente specializzati come i componenti del Comitato Scientifico. Il che significa che è stata colta la nuova direzione della mia poetica, e questo mi fa altrettanto piacere, perché la poesia è un messaggio di conoscenza che ha bisogno della comprensione del lettore, specialista o meno.

Quali sono i prossimi step del Premio?

Ci sono vari appuntamenti per la cinquina finalista, prima della serata della finale, il 9 ottobre a Roma: dopo L’Aquila, Civitavecchia e Vieste (con tappa anche nella Foresta Umbra, sul Gargano), ci attende il Gabinetto Vieusseux a Firenze il 17 settembre, e il consueto appuntamento al festival “Pordenonelegge” nelle giornate del 22 e 23 settembre. Personalmente poi ho ricevuto altri inviti per questo scorcio di fine anno: a settembre, per esempio, sarò alla Triennale di Milano invitata dal “Corriere della Sera” e al festival internazionale di poesia “Voci lontane voci sorelle” di Firenze; per restare invece in Regione, il 5 ottobre presenterò il mio libro alla Casa Parise di Salgareda.

Che messaggio vuole lasciare in merito allo “stato di salute” della poesia nella Pedemontana Trevigiana?

Credo che in Pedemontana molti si dedichino alla scrittura poetica anche a livello dilettantistico, ve ne sono alcuni anche al mio paese; ma nello specifico di un’attività artistica, l’eredità lasciata da Andrea Zanzotto, vero genius loci, fa sperare che dopo Luciano Cecchinel e me si possa configurare sempre più nitidamente una scuola poetica, riconoscibile per stile e temi.

(Autore: Andrea Berton)
(Foto: Orlando Myxx – Visual Artist)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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