A scuola dopo l’emergenza Covid, la parola agli studenti: “I rapporti umani sono ridotti all’osso”

Il covid ha cambiato la vita di tutti noi, è entrato nelle nostre case e nei luoghi che frequentiamo, costringendoci a cambiare radicalmente.

Uno degli ambienti più discussi è stata sicuramente la scuola e oggi, a due settimane dalla ripresa, ci siamo chiesti “Come si affronta un giorno di scuola ai tempi del Coronavirus?”.

Per scoprirlo ci siamo serviti di due collaboratori speciali, ovvero due studenti frequentanti uno l’ “Isiss Marco Casagrande” di Pieve di Soligo e l’altro l’ “Iiss Marco Fanno” di Conegliano.

La scelta degli studenti non è stata casuale, infatti abbiamo interpellato due ragazzi di quinta superiore, che dopo anni di “scuola normale”, ci hanno offerto anche interessanti confronti rispetto a come veniva vissuta la scuola in precedenza.

Ne abbiamo parlato dal momento in cui si sale in corriera per raggiungere l’istituto, fino al momento in cui si arriva a casa. A rispondere Christian e Jacopo, rispettivamente studenti del “Casagrande” e del “Marco Fanno”.

In corriera è possibile mantenere il distanziamento sociale? E i nuovi mezzi sono arrivati?

Mantenere il distanziamento è praticamente impossibile – raccontano Christian e Jacopo – in quanto ci si siede uno a fianco all’altro e spesso le corriere sono eccessivamente piene di ragazzi, in quanto i nuovi mezzi non sono arrivati“.

I ragazzi ci tengono a sottolineare che comunque “Tutti indossano la mascherina, tranne qualche “fenomeno” che viene subito richiamato dal conducente e intimato di scendere se non la indossa immediatamente“.

Come avviene il vostro ingresso a scuola?

C: “Nella mia scuola ci sono due ingressi e ognuno deve rispettare il proprio, prima di entrare devi ovviamente indossare la tua mascherina e ci sono sempre più di due professori che controllano la temperatura di ogni singolo studente“.

J: “Noi invece abbiamo due diversi punti di accesso, suddivisi per classi, dove sono posizionati dei termoscanner e un flacone di gel igienizzante, ognuno di noi deve quindi igienizzarsi le mani e sottoporsi al test del termoscanner sotto la supervisione di un collaboratore scolastico“.

I ragazzi aggiungono inoltre che nei loro istituti le misure di prevenzione partono se viene trovato un ragazzo con la temperatura superiore i 37°C.

Cosa succede una volta entrati in classe?

C: “Dobbiamo obbligatoriamente igienizzarci le mani prima di entrare, sederci al posto che ci è stato assegnato ad inizio anno e aspettare il docente della prima ora che ci distribuisca una mascherina nuova ogni giorno, che dobbiamo indossare per tutte e cinque le ore“.

J: “Possiamo tranquillamente sederci al nostro posto e aspettare il professore. Per quanto riguarda le mascherine invece, il mio istituto ci offre un pacco di dieci mascherine ogni 10 giorni, ci servono solamente quando ci spostiamo e per parlare, anche se in tanti la tengono indossata tutto il giorno per precauzione“.

Passando al concreto, com’è seguire le lezioni, farsi interrogare e svolgere un compito in classe?

È dura capire i professori quando parlano con la mascherina – confessano – e i rapporti con i compagni si riducono all’osso, non puoi più tirargli una gomitata e dirgli: “Oh! Ma che ha detto?“.

Non sanno nemmeno i professori come devono interrogarci –  racconta Christian – se possiamo alzarci, andare alla lavagna, anche perché esiste il problema del gesso, che viene toccato da tutti e nessuno lo igienizza“.

C’è molta fretta nello svolgere le verifiche – aggiunge Jacopo -, sebbene sia appena iniziata, ne abbiamo già fatte tante, i prof vogliono raccogliere il più grande numero di voti possibile, hanno paura che arrivi un altro lockdown“.

La ricreazione come si svolge?

C: “Da noi ogni classe delle annate diverse fa la ricreazione in orari diversi e non sappiamo nemmeno se possiamo alzarci e uscire, oppure rimanere seduti in classe, c’è grande confusione!“.

J: “La nostra scuola ha suddiviso lo spazio esterno in più aree che sono state assegnate ad un gruppo di classi, ognuno può accedere liberamente alla propria indossando sempre la mascherina“.

Fra critiche e incertezze, i ragazzi raccontano di una grande unione fra di loro e di un grande rispetto delle regole in modo tale che tutto questo abbia presto fine.

(Fonte: Walter Zambon © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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