Addio al “genio del colore” Jorrit Tornquist: nel 2016 tenne una mostra a Villa Brandolini. Soldan: “Ci lascia un amico di Solighetto”

Jorrit Tornquist, al centro della foto

Da quella fortunata mostra personale a Villa Brandolini nel 2016, Jorrit Tornquist è entrato nel cuore dei Pievigini. In molti infatti in città hanno appreso con tristezza la notizia della scomparsa dell’artista austriaco avvenuta ieri, 17 maggio, a causa di una lunga malattia. 

Nel 2016 il “mago del colore” fece breccia nel cuore dei visitatori della mostra a Solighetto, conquistati non solo dall’intensità espressiva delle sue opere, dei capolavori cromatici, ma anche dalle qualità umane dell’artista naturalizzato italiano.

Simpatia e spontaneità erano infatti i tratti distintivi di Tornquist, tanto geniale quanto “alla mano” con chiunque ne incrociasse il percorso. Trasferitosi in Italia nel 1964, l’artista viveva da decenni nel Bergamasco, dopo aver trascorso un periodo a Milano dove nel 1972 fondò il “Team-colore” dedicato allo studio di nuovi approcci al colore con sguardo multidisciplinare.

Lo stesso Tornquist infatti studiò biologia, occupandosi anche del mimetismo degli animali, passando poi ad architettura e infine allo studio degli effetti della luce sui materiali e degli effetti del colore sulla psiche umana. Da lì il suo approccio scientifico alla pittura che si è concretizzato in una serie di opere che una mostra dopo l’altra fecero il giro del mondo.

Fra i suoi progetti più noti va citato il camino del termovalorizzatore di A2A che spicca lungo l’autostrada A4 all’altezza di Brescia con le sue sfumature dal grigio all’azzurro cielo.

“Desidero, unitamente all’amministrazione comunale, esprimere il più sincero cordoglio ai famigliari di Jorrit Tornquist, artista del colore e amico di Solighetto – ha commentato il sindaco Stefano Soldan appresa la notizia della morte -. Ne ricordiamo le grandi qualità artistiche e la simpatia dimostrata in occasione della sua mostra personale del 2016 a Villa Brandolini”.

“Tornquist – prosegue Soldan – ha saputo stringere legami di vera amicizia e di stima reciproca con il territorio. A lui va la gratitudine per aver saputo condividere, anche in occasione della conferenza di allora, il suo sapere e la sua raffinata tecnica nell’uso del colore, capacità che ha saputo portare al massimo dell’espressione nell’intervenire anche nel termovalorizzatore di Brescia, dove la sua visione e padronanza del colore ha trasformato la struttura in un’opera d’arte che si inserisce armoniosamente nel paesaggio. Ci lascia dunque un grande maestro del Novecento che Solighetto aveva adottato”. 

(Foto: Stefano Soldan). 
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