Aggredito in piazza a Pieve di Soligo, l’imprenditore Dal Bo accusa: aggressione a sfondo razziale

Picchiati selvaggiamente per semplice razzismo. E’ questa la pesante accusa che l’imprenditore Alessandro Dal Bo di Falzè di Piave ha lanciato contro l’aggressore che nella notte tra sabato e domenica scorsi , 31 marzo e 1° aprile, avrebbe fratturato a suon di pugni la mascella ad un suo operaio 40enne originario del Bangladesh, residente a Pieve di Soligo.

“Erano le tre e si trovava con un amico, un connazionale di 28 anni, in piazza Vittorio Emanuele II, di ritorno da una cena, quando una macchina ha cominciato a suonare il clacson per provocarli – è la ricostruzione di Dal Bo, titolare della Green Cork di Spresiano – Poi, questa persona è scesa dalla macchina è ha tirato una manata al più giovane: il 40enne allora si è messo in mezzo per separarli, ma è stato raggiunto da una serie di pugni al viso che gli hanno fratturato la mascella”.

Il bengalese ferito è stato ricoverato prima in ospedale a Conegliano e poi a Treviso, dov’è stato operato e da dove è stato dimesso con una prognosi di trenta giorni.

Non appena il datore è venuto a sapere dell’accaduto ha iniziato ad indagare per trovare il colpevole. “Sono riuscito a trovare dei testimoni e dalla loro descrizioni sono riuscito a capire di chi poteva trattarsi – prosegue Alessandro Dal Bo – Quando ho mostrato la foto agli aggrediti l’hanno riconosciuto: è un ragazzo che gioca a rugby, con trascorsi anche ad alti livelli, e che ha potuto avere facilmente la meglio contro una persona che pesa appena 50 chili”.

Per quanto riguarda il movente, Dal Bo non avrebbe dubbi: “L’unico motivo che mi viene in mente è quello razziale, non riesco a trovar altre spiegazioni. Come azienda mi costituirò come parte civile – annuncia infine Dal Bo – Non potrà lavorare per un mese ed è difficile trovare bravi tecnici come lui: è stata un cosa vergognosa quanto è accaduto”.

In questo momento l’identità del colpevole e le relative motivazioni rimangono ancora un mistero, almeno finché i Carabinieri non faranno luce sulla vicenda. “Da quanto ne so, dopo una rapida indagine interna, non si tratterebbe di nessuno dei nostri iscritti – dichiara Gianantonio Spinelli, presidente del Rugby Piave di Pieve di Soligo- Non so se possa trattarsi di qualcuno che in passato ha giocato con noi, ma in questo momento attendo anch’io l’esito delle indagini per saperne qualcosa di più”.

(Fonte: Edoardo Munari © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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