Anche i commercianti di Pieve di Soligo in piazza per far sentire il “grido di dolore” delle imprese

Questa mattina, venerdì 1° maggio 2020, piazza Vittorio Emanuele II a Pieve di Soligo ha ospitato una manifestazione pacifica organizzata dai commercianti del paese per far sentire tutta la loro amarezza e preoccupazione per l’impossibilità di tante imprese di poter tornare a lavorare.

Aspettare il prossimo primo giugno, con un altro mese di inattività, per molti potrebbe voler dire chiudere definitivamente, con danni irreparabili per l’economia e il benessere di molte famiglie del Quartier del Piave.

Il giorno dedicato alla Festa dei Lavoratori, quindi, si è trasformato in un’occasione per lanciare il proprio “grido di dolore” per alcuni provvedimenti del governo italiano percepiti da molti come discriminatori per alcune categorie e non attenti al disagio reale vissuto da tanti lavoratori italiani.


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Costi fissi, tasse, mutui e una burocrazia infinita stanno letteralmente mettendo in ginocchio la vita di tante imprese che chiedono al governo, anche attraverso manifestazioni come quella di Pieve di Soligo, di rivedere i provvedimenti che ha annunciato, per provare a salvare chi non può permettersi un solo giorno in più senza lavorare.

L’amministrazione comunale di Pieve di Soligo ha precisato che farà la sua parte per mettere in campo provvedimenti economici nei limiti delle risorse dell’ente, facendo sentire il proprio sostegno a chi non riesce ad immaginare un futuro per la propria famiglia e per la propria attività lavorativa.

Nella condivisione del difficile e complesso periodo che stiamo tutti vivendo – si legge nel messaggio pubblicato ieri nei social dal sindaco di Pieve di Soligo, Stefano Soldan -, e con una particolare comprensione per quelle attività commerciali, artigianali e lavorative di qualsiasi natura a cui ancora non è stato concesso di svolgere la loro attività, non voglio far mancare l’attestazione di vicinanza e supporto che come amministrazione non faremo mancare anche materialmente”.

“Comprendo il periodo di disorientamento e rabbia che possa aumentare in questo clima di incertezza – conclude il primo cittadino di Pieve di Soligo – e la naturale e istintiva volontà di legittimare il proprio pensiero”.

Noi sappiamo – hanno dichiarato gli imprenditori e i commercianti pievigini – che senza previsioni a lungo termine non si va lontano. Abbiamo atteso due mesi che gli esperti studiassero un piano d’azione e lo stato un piano d’aiuto. Ora prendiamo noi la parola“.

“La nostra economia sta crollando giorno dopo giorno – aggiungono – Abbiamo messo le nostre vite e le nostre imprese nelle vostre mani. Oggi siamo qui pacificamente poiché la spinta della rabbia è forte e ancora una volta ci avete chiesto tanto ma non ci avete ancora dato un aiuto concreto e delle certezze su come e quando poter ripartire. Quello che chiediamo è di poter semplicemente riaprire in totale sicurezza e intelligenza“.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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