La serata e la notte tra martedì e mercoledì sono state nefaste per Venezia, con l’acqua alta che raggiungendo 187 centimetri ha messo in ginocchio la città.
Nelle stesse ore, il consiglio regionale del Veneto era impegnato in una seduta “fiume” per approvare il collegato alla legge di stabilità. Per i consiglieri Palazzo Ferro Fini si è trasformato in una vera e propria prigione.
“Verso le 21.30 siamo stati avvisati che nella stanza dove entrando si appoggiano i cappotti era cominciata ad entrare l’acqua. In poco tempo il livello è aumentato tanto da costringerci a stoppare i lavori. L’acqua continuava a salire, così abbiamo atteso qualche ora che la marea scendesse per poter lasciare il palazzo”. Con queste parole il consigliere regionale Alberto Villanova di Pieve di Soligo, presente con i colleghi alla seduta, raccontata quelle concitate ore.
Villanova prosegue il racconto: “Fortunatamente avevo prenotato un albergo a poca distanza prevedendo che si sarebbe fatto tardi, così non mi è rimasto che indossare gli stivaloni, che si sono comunque rivelati insufficienti, e pian piano arrivare fino all’hotel”.
Villanova dunque se l’è cavata a buon mercato, ma per alcuni consiglieri che hanno usufruito dei motoscafi per raggiungere piazzale Roma è andata peggio.
“Alcuni miei colleghi hanno vissuto sul motoscafo momenti di panico, in balia di acqua alta e vento fino all’attracco – racconta Villanova che poi sposta il pensiero ai veneziani, le vere vittime di questa perturbazione da incubo – È una tragedia: ci impegneremo al massimo per cercare di aiutare Venezia e i veneziani a rialzare la testa”.
(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
(Foto: Consiglio regionale del Veneto).
#Qdpnews.it