È stato arrestato M. B., il 36enne di nazionalità marocchina con precedenti penali che nella serata di ieri avrebbe legato e brutalmente picchiato Adriano Armelin, l’anziano deceduto nella mattinata di oggi all’ospedale Cà Foncello di Treviso in seguito alle gravissime lesioni riportate.
A carico dello straniero, dimorante nel vittoriese, sono state configurate dalla Procura della Repubblica di Treviso le ipotesi di reato di tentata rapina aggravata e omicidio preterintenzionale.
Secondo una prima ricostruzione della vicenda l’aggressore avrebbe fatto ingresso nell’abitazione dell’anziano e, vistosi scoperto, l’avrebbe percosso violentemente allo scopo di farsi consegnare del denaro per poi immobilizzarlo legandolo mani e piedi.
Sarebbero questi forti colpi, inferti con un oggetto contundente, ad aver causato la morte di Armelin dopo circa 15 ore di agonia.
Lo straniero, probabilmente disturbato dall’arrivo di uno dei due figli di Armelin, avrebbe poi tentato la fuga salendo su una tettoia dell’abitazione vicina, dalla quale sarebbe caduto poi rovinosamente a terra, da un’altezza di circa 2 metri e mezzo, prima di iniziare, zoppicante, la fuga. A trovare il marocchino che stava uscendo dalla sua proprietà un vicino di casa che lo ha immobilizzato prima di consegnarlo ai militari dell’Arma.
“Non abbiamo sentito nulla – spiega una donna che abita nelle vicinanze – avevamo anche gente a casa ma non abbiamo sentito nessun rumore o richiesta d’aiuto”.
“Ho visto una persona incappucciata uscire fuori dalla casa di Armelin – spiega un’altra – e ho iniziato urlare che c’era un ladro”. “Adriano era una persona molto attiva nonostante l’età – confessa una donna che abita nelle vicinanze – era solito farsi da solo tutti i lavori a casa, compresi quelli sul giardino”.
Stando alle testimonianze di una delle persone che sono riuscite a fermare il 36enne, l’uomo al momento della fuga aveva portato con se solamente una borsa della spesa con all’interno un pacco di verdure surgelate, ancora fredde, e alcune merendine probabilmente sottratte dal frigo della vittima.
“Ero passato da una signora a chiedere del mangiare – avrebbe poi cercato di dire in un buon italiano a uno dei residenti che lo aveva fermato – non ho fatto nulla, sono un bravo ragazzo”.
L’arrestato nella notte, dopo essere stato piantonato in ospedale dove ha ricevuto le cure del caso, è stato associato al carcere di Treviso a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
Il sostituto procuratore incaricato ha già chiesto al Giudice per le indagini preliminari la convalida dell’arresto, la cui udienza avrà luogo nei prossimi giorni.
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