Capitale Italiana della Cultura. Ieri il primo anniversario dell’audizione. La città di Pieve di Soligo: “Svilupperemo la nostra imprenditorialità culturale”

È passato un anno dall’audizione con il Mibact per la candidatura di Pieve di Soligo e le Terre Alte della Marca Trevigiana a Capitale Italiana della Cultura 2022, titolo assegnato alla città di Procida (qui l’articolo).

Il primo anniversario di questo importante momento della storia recente della città di Pieve di Soligo si è festeggiato idealmente ieri, venerdì 14 gennaio 2022, con una riflessione sul valore di questa esperienza per le persone e le comunità coinvolte dall’avventura della Capitale Italiana della Cultura.

“L’esperienza di Capitale Italiana della Cultura 2022 – commenta il sindaco Stefano Soldan -, oltre a costituire un’esperienza di crescita e ricerca, oggi è la base per tutte le riflessioni di sviluppo che stiamo portando avanti. Il dossier è in effetti una guida strategica allo sviluppo sociale e materiale dei nostri territori, anche nell’ottica di cogliere le sfide che la nuova programmazione statale ed europea mettono a disposizione. Sarà anche l’occasione per rinnovare la partecipazione delle comunità locali alla vita pubblica”.

Credo che Pieve di Soligo abbia avuto il merito di portare all’attenzione culturale nazionale le aree interne del nostro Paese – aggiunge il vicesindaco e assessore alla cultura Luisa Cigagna -, costituito per il 90% da piccole città e borghi e che soprattutto in questi luoghi, indipendentemente da musei o giacimenti archeologici e artistici, il paesaggio rappresenti la peculiarità fondamentale. Un paesaggio fisico ma anche e soprattutto di relazioni e di valori”.

“Con il nostro dossier abbiamo dimostrato di vedere con occhi nuovi la nostra realtà e abbiamo proposto una possibilità di sviluppo diverso – conclude -, al centro della quale ci sono la restituzione di spazi paesaggistici agli abitanti e la possibilità di un futuro inclusivo e partecipato. Le candidature passano ma i progetti restano, come la nostra capacità di imprenditorialità culturale che continueremo a sviluppare, perché la cultura è uno strumento di arricchimento della comunità”.

Anche Marco Zabotti, coordinatore territoriale dossier di candidatura, ha voluto mettere in luce l’importanza del percorso iniziato con la candidatura.

“Entrare nella ‘short list’ delle dieci città finaliste è stato un vero successo – commenta Zabotti – Aver partecipato all’audizione finale con la commissione ministeriale, per un traguardo così prestigioso insieme a notissimi capoluoghi di regione e di provincia, unica rappresentante del Veneto, e aver goduto anche di ‘chance reali’ per la vittoria finale, riempie ancora di orgoglio e di legittima soddisfazione tutte le persone e le comunità interessate da questa impresa”.

“Dodici mesi dopo le azioni e le emozioni di allora non sono assolutamente svanite – continua -, e ritornano spesso in tanti commenti e considerazioni dei protagonisti e di tutti coloro che hanno sinceramente accompagnato, sostenuto e tifato per questo obiettivo. E tutto è avvenuto con scadenze e tempi molto brevi, nella congiuntura sfavorevole della pandemia, in una situazione del tutto particolare che ha visto raddoppiare per tutto l’anno appena trascorso il ruolo capitale di Parma e assegnare d’ufficio al 2022 la candidatura di Pieve di Soligo, originariamente costruita proprio sul 2021”.

Zabotti ha rinnovato la sua gratitudine nei confronti di tutte le realtà che hanno contribuito alla redazione, alla condivisione e all’affermazione del dossier di candidatura e ha parlato della sfida di ripartire dal territorio di Pieve di Soligo e delle Terre Alte per progettare un’idea dinamica di cultura come storia, tradizione, costruzione di comunità, narrazione di eccellenze e visione di futuro.

“Quest’area – prosegue – oggi Unesco, tutta insieme, ha deciso di rompere gli indugi, di riconoscere i suoi tanti punti di forza, di uscire da una presunta marginalità, di accettare con umiltà e determinazione la sfida di una dimensione nazionale che le appartiene e non la vede assolutamente estranea, anzi, più che mai protagonista e centrale. Il territorio delle vite illustri ha rimesso con chiarezza e coerenza il tema del progettare dal basso se stesso per i prossimi decenni, con la fatica e la complessità di un percorso inedito, ma nel contempo con la forza e l’entusiasmo della realizzazione di cose nuove, autentiche”.

Il coordinatore territoriale del dossier di candidatura ha detto che queste “cose nuove” sono proiettate verso gli orizzonti di un “nuovo umanesimo delle persone e delle comunità”, una nuova sintesi di valori e di scelte concrete per il bene comune, bene di tutti e di ciascuno.

“Infine la capacità voluta, risoluta e decisiva di lavorare insieme – aggiunge -, di mettere in atto la cooperazione attiva e in rete con tutti i soggetti istituzionali, culturali, sociali ed economici dell’area, di far risaltare la necessità e l’interesse al tempo stesso di una candidatura di respiro nazionale che dava un grande valore all’unità, offriva risalto a tutti gli splendidi tasselli del magnifico mosaico di questa terra dichiarata  dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità, donava una grande opportunità e un’importante vetrina comunicativa alla narrazione di una città, territorio di straordinari fascino, bellezza e vitalità”.

“Ecco – conclude -, le basi sono segnate, le azioni sono state compiute in questa direzione, uno stile di relazioni, riconoscimenti e valorizzazioni reciproche è stato adottato e concretamente messo in campo: da qui si può solo proseguire e migliorare, per nuovi impegni, destini e traguardi di vita buona e di umanità in pienezza delle nostre comunità”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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