Il nuovo consiglio di amministrazione di Fondazione di Comunità Sinistra Piave onlus è composto da soli uomini: un aspetto che non ha convinto i sindaci di Susegana, Vincenza Scarpa, e di Pieve di Soligo, Stefano Soldan.
Qualche settimana fa Fondazione di Comunità, dopo avere approvato lo statuto, ha eletto il nuovo cda composto dal presidente Loris Balliana, rappresentante dell’Assemblea dei donatori di FdC, dal suo vice Oliviero Beni, ex dirigente dell’Ulss 2, e dai consiglieri Mirco Villanova, sindaco di Sernaglia della Battaglia, Marco Caliandro, presidente del Coordinamento Volontariato Sinistra Piave, Mattia Perencin, sindaco di Farra di Soligo, Francesco Polo, direttore del Centro Culturale Humanitas di Conegliano e Giovanni Sallemi, direttore dell’Ipab Casa Tomitano-Boccassin di Motta di Livenza (vedi articolo).
“In questo consiglio di amministrazione non era necessario ottemperare alla parità di genere? – aveva commentato a caldo il sindaco di Susegana – Io non so, non sono esperta di diritto amministrativo delle partecipate, certo che balza all’occhio come siano 7 uomini. E le donne? Certo che siamo tornati agli anni ’50, con le donne relegate a ruoli ancillari. Poi bisognerà vedere se la legge obbliga o meno al rispetto della parità di genere, ma per una questione di rispetto e opportunità la presenza femminile sarebbe stata gradita”.
Ieri il sindaco di Pieve di Soligo ha inviato una lettera al cda della Fondazione di Comunità Sinistra Piave onlus e al presidente Balliana manifestando la sua perplessità rispetto alla mancanza delle quote rosa nel nuovo organo.
“Con rammarico constato l’assenza di rappresentanza femminile – scrive Soldan – Giova ricordare che la normativa vigente in materia di composizione dei consigli di amministrazione delle società private e/o a controllo pubblico, disciplinata dalla Legge 12 luglio 2011, numero 120, impone che il genere meno rappresentato ottenga almeno un terzo dei componenti di ciascuno organo”.
“Pur consapevole che Fondazione di Comunità non rientra nella tipologia di società sopraccitate – conclude -, ritengo fosse doveroso rispettare la parità di genere all’interno del consiglio di amministrazione di una fondazione che, tra gli altri encomiabili progetti, sostiene anche la lotta alla violenza di genere con il ‘Progetto Alice’. Alla luce di quanto esposto sono a chiedere perché non sono presenti donne all’interno del consiglio di amministrazione”.
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